domenica 7 Settembre 2025
Nelle scorse settimane si sono molto intensificati i dati e gli indizi che confermano un sensibile calo di traffico verso i siti di news determinato dai nuovi servizi di “intelligenza artificiale” sulle pagine del motore di ricerca di Google (i testi chiamati “AI Overview”). Come era stato ampiamente previsto, quelle informazioni – che fanno definitivamente e indiscutibilmente di Google un “editore” – risparmiano a tanti utenti di cliccare sui siti risultati della ricerca: le conseguenze riguardano tutti i siti, ma naturalmente in modo sensibile quelli che forniscono informazioni per definizione, i giornali online.
In risposta alle molte analisi e previsioni che suggeriscono questa tendenza, Google ha sostenuto che i loro metodi sarebbero fallaci e che il traffico che arriverebbe ai siti sarebbe ora “di maggior qualità” (ovvero con più tempo speso sui siti dopo il clic), perché chi clicca avrebbe sviluppato maggiori curiosità e necessità di approfondimento dopo aver consultato le risposte sintetizzate dal software di “AI”. Risposta che ha convinto pochi: ormai si parla molto di un uso di Google “zero click”, ovvero in cui la ricerca si esaurisce senza che l’utente clicchi su nessun link.
Quello che è realistico e reale, è che per questo e altri fattori il traffico da clic più occasionali stia molto diminuendo e che la sostenibilità dei siti di news dovrà dipendere sempre di più dai lettori più fedeli e dagli abbonamenti, e sempre meno dal pubblico intercettato sui social network o tramite le ricerche.
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