domenica 28 Aprile 2024

NPR sempre nei guai

Negli Stati Uniti la rete radiofonica (e testata online) NPR continua a essere protagonista di critiche, attacchi, e agitazioni interne. Avevamo iniziato a raccontare due settimane fa di come un articolo di un giornalista di NPR, Uri Berliner, pubblicato su un altro sito avesse accusato la rete di avere perso la fiducia e l’attenzione di molta parte degli americani spostando molto a sinistra la composizione della sua redazione e dando priorità a scelte sui diritti e sulla diversità che – benché apprezzabili e benintenzionati, secondo lo stesso Berliner – hanno sbilanciato l’impostazione editoriale e allontanato parte del pubblico.
Dopo le proteste dall’interno della redazione, e una sospensione nei suoi confronti, Berliner si è dimesso. Ma nel frattempo la sua critica ha mobilitato attacchi e condivisioni: in parte strumentali e partigiani (tra cui quelli di Donald Trump), da parte dei nemici di destra di NPR, ma in parte argomentati. E alle obiezioni di Berliner si sono aggiunte quelle contro la nuova presidente di NPR, Katherine Maher, di cui sono state esibite posizioni passate apertamente partigiane e di sinistra, che secondo i suoi critici le impedirebbero di guidare in maniera equilibrata un’offerta di informazione stimata e di servizio pubblico come quella di NPR. A conferma delle tesi di Berliner, poi, i recenti risultati di pubblico ed economici sono molto deludenti: secondo un articolo del New York Times gli ascoltatori settimanali sarebbero passati da 60 milioni nel 2019 a 42 milioni nel 2023.

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