domenica 25 Maggio 2025
Il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha pubblicato martedì un comunicato per protestare contro i ritardi nei pagamenti dei collaboratori: con accuse piuttosto esplicite alla gestione da parte dell’editore Urbano Cairo, di cui è nota una grande attenzione al contenimento dei costi.
“Nel giorno dello stacco dei dividendi agli azionisti, oltre 22 milioni di euro solo al presidente di Rcs MediaGroup Urbano Cairo, il Cdr del «Corriere della Sera» per l’ennesima volta è chiamato a denunciare pubblicamente ritardi nei pagamenti ai collaboratori della testata, sia quelli a co.co.co sia quelli con partita Iva. È inaccettabile che i lavoratori più fragili del sistema Corriere – e al contempo essenziali per la produzione quotidiana del giornale – continuino a subire disagi per mancanze non imputabili a loro.
Da quando il presidente Cairo ha assunto la guida del gruppo, l’accentramento delle decisioni amministrative ha finito per rallentare drasticamente l’iter dei pagamenti. Da alcuni anni si verificano ritardi nei compensi per i collaboratori pagati a pezzo, che ricordiamo in molti casi non superano i dieci euro lordi. In passato ci sono state fornite vaghe motivazioni tecniche.
Oggi il problema si ripresenta e non sono arrivate nemmeno le spiegazioni.
Diversi collaboratori non hanno ancora ricevuto i pagamenti, scaduti
contrattualmente il 30 aprile, relativi agli articoli pubblicati a febbraio. Nonostante le richieste del Cdr non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale e nessuna spiegazione. Non è stata fatta nemmeno alcuna previsione di quando i pagamenti verranno effettuati. Non solo: tra pochi giorni andranno in scadenza anche i compensi per il mese di marzo e a questo punto non è chiaro se verranno onorati nei tempi dovuti”.
L’editore ha aggiunto una sua risposta, specificando che i compensi citati sarebbero “mediamente superiori al mercato editoriale”:
” Il Comitato di Redazione ha ricevuto nelle sedi opportune i chiarimenti tecnici sul tema del pagamento dei collaboratori. Una macchina complessa e articolata come quella del «Corriere della Sera», che ha un numero elevato di collaboratori, comporta tempi di controllo e di verifica adeguati.
I collaboratori sono pagati sulla base dei contratti in essere, con importi
mediamente superiori al mercato editoriale anche in riferimento all’attuale contesto di trasformazione”.
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