domenica 27 Aprile 2025

Nessuno pubblichi Caino

Questa settimana il comitato di redazione del Sole 24 Ore si è di nuovo irritato con la direzione per una scelta editoriale: la pubblicazione nelle pagine degli editoriali e delle opinioni di una lettera dell’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci che spiegava le sue ragioni rispetto alla sentenza che lo ha condannato a sei anni di carcere (dove si trova adesso) per la responsabilità in un incidente automobilistico del 2013 in cui morirono quaranta persone.
Il Fatto ha dato notizia della protesta condivisa con i giornalisti da parte del comitato di redazione:
“Avevamo chiesto per iscritto al direttore di evitare la pubblicazione di un intervento che ci pare inopportuno sotto più punti di vista. Nella forma innanzitutto, 150 righe nelle quali vengono riproposte dal diretto interessato le ragioni della sua innocenza, senza alcun filtro giornalistico, senza alcun contraddittorio, facendo da impropria cassa di risonanza. Malinteso ci appare poi un eventuale riferimento al garantismo, visto che non ci troviamo di fronte a un indagato e neppure a un imputato, ma a un top manager (con evidente disponibilità della migliore difesa tecnica) condannato definitivamente per gravissimi reati dopo tre gradi di giudizio durati anni. Semmai si può affermare la legittimità del diritto di critica. Anche delle sentenze, certo. Ma meglio sarebbe che non lo esercitasse sul giornale la persona condannata e comunque sempre tenendo ferme due convinzioni: la conoscenza dei fatti e il rispetto delle vittime (e qui ce ne sono 40). Castellucci ha tutto il diritto di non rispondere a domande scomode (lo ha fatto nel processo a Genova, dove ha reso 5 ore di dichiarazioni, dopo essersi rifiutato di rispondere al pm); libero lui di difendersi come meglio crede, liberi noi di non fargli da buca delle lettere”.

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