domenica 22 Ottobre 2023

Molto da Dire

Quando si parla di agenzie di stampa si intendono organizzazioni giornalistiche che si occupano di fornire e confezionare, a pagamento, notizie generalmente brevi e sintetiche per giornali, redazioni tv, radio, siti internet o per chiunque ne sia interessato (a volte tra gli abbonati ci sono anche istituzioni pubbliche o privati): ma che oggi hanno esteso i loro ruoli anche a informare direttamente il pubblico attraverso i propri siti web, per rimpinguare le loro entrate con i ricavi pubblicitari relativi. In Italia sono cinque le agenzie di stampa con più giornalisti e dipendenti: AnsaAgiAskanewsAdnkronos Dire.
L’agenzia Dire (la cui sigla sta per Documenti, informazioni, resoconti) nacque nel 1988 come agenzia stampa dei gruppi parlamentari del Partito Comunista Italiano, con l’intento iniziale di affiancare un’agenzia al giornale di partito l’Unità: fu fondata da Antonio Tatò, un dirigente del PCI che per quindici anni aveva lavorato per il segretario Enrico Berlinguer. Questo legame con il PCI non durò a lungo: il partito finì di esistere nel 1991 e Tatò morì nel 1992. Da quel periodo ha ereditato la copertura di notizie parlamentari, politiche e sull’associazionismo e una buona presenza nelle regioni (in particolare in Emilia-Romagna); nel tempo però ha cambiato proprietà, approcci, ed è diventata rapidamente autonoma senza connotazioni politiche. Dal marzo 2022 il nuovo editore di Dire è l’imprenditore Stefano Valore, fondatore e vice presidente di SiliconDev, una società che si occupa di tecnologia e di fornire servizi digitali. Valore aveva detto che l’investimento nell’agenzia Dire sarebbe servito a: “dare nuovo slancio, aprire altri settori di lavoro e lanciare innovativi progetti di comunicazione”.

Oggi lavorano a Dire 74 giornalisti su 105 dipendenti in totale, ma negli ultimi anni l’agenzia sta vivendo un periodo complicato. La redazione ha lavorato quasi due anni con un contratto di solidarietà, che prevede una riduzione di orari lavorativi e di stipendio, e il suo attuale editore ha annunciato 28 licenziamenti , relativi a 15 giornalisti e 13 persone tra tecnici, montatori, segreteria e amministrazione. La redazione contesta la scelta dei licenziamenti e nell’arco di tre settimane ha indetto tre scioperi di una giornata (27 settembre11 ottobre17 ottobre). Tra azienda e redazione c’è anche un altro elemento di scontro, cioè l’accusa di diffamazione da parte dell’azienda nei confronti del Comitato di redazione – l’organo di rappresentanza sindacale della redazione – a causa di un comunicato critico uscito sul sito del sindacato CGIL.

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