domenica 19 Gennaio 2025

Lezioni dalla Cina

Sul Foglio di martedì scorso Giulia Pompili – la giornalista che con maggiore competenza e preoccupazione si occupa di questo argomento – ha raccontato un nuovo caso di rischio di influenza indebita del governo e delle aziende cinesi nelle attività dei giornali italiani. Un corso organizzato a Roma in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti “in cui tra le diverse sessioni di “studio” l’ospite d’onore, l’ambasciatore cinese in Italia Jia Guide, offriva “una panoramica della situazione della Cina e dei rapporti con l’Italia””. L’articolo critica l’indulgenza del giornalismo italiano nell’accogliere i rappresentanti di un regime autoritario e liberticida e nel riferire delle sue vicende, regime che perseguita la libertà di stampa e d’opinione: ma è un’indulgenza che – per ragioni di interesse economico soprattutto – si vede anche in altri ambiti di relazioni con l’Italia.

“Perché con la leadership di Xi Jinping il controllo del Partito nei confronti dei media si è rafforzato ulteriormente, e la funzione dei giornali è per lo più quella di pubblicare la propaganda: nel 2023 è stato introdotto in Cina il corso obbligatorio sul “pensiero di Xi Jinping” per gli aspiranti giornalisti, e in ogni occasione il leader riafferma la necessità, per i reporter cinesi, di “rafforzare la propaganda” anche fuori dai confini nazionali. Pechino ci ha provato spesso anche con l’Italia: nel 2019 è stato firmato un contratto fra l’Ansa e l’agenzia di stampa statale Xinhua, poi revocato un anno dopo a seguito di diverse critiche  – nell’accordo l’Ansa non doveva far altro che tradurre in italiano la Xinhua, megafono della propaganda di Pechino. Il contratto di Xinhua ora è in essere con l’agenzia italiana Nova. E a quello vanno aggiunti gli accordi di pubblicazione di inserzioni non indicate esplicitamente e allegati, una pratica che in Europa già da tempo molti giornali hanno smesso di seguire. Anche questo giornale ha subìto le intimidazioni di rappresentanti dell’ambasciata della Repubblica popolare in Italia”.

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