domenica 26 Novembre 2023

Le vicende di BuzzFeed hanno ancora qualcosa da dire

Prosegue il ridimensionamento delle ambizioni di BuzzFeed, il sito che fu tra i progetti più sovversivi e studiati della nuova informazione online dello scorso decennio e che produsse anche un’estensione giornalistica di qualità (BuzzFeed News) capace di vincere premi Pulitzer e adesso di fatto smantellata. Lo storico sito del settore pubblicitario Adweek ha raccontato i nuovi progetti della società di BuzzFeed , che possiede anche lo HuffPost e altri siti, che sono interessanti soprattutto come lettura di tendenze più generali: secondo il management, infatti, sarebbero finiti i tempi in cui a premiare sono le grandi aggregazioni di molte testate che generano insieme grandi quote di traffico. I ricavi della pubblicità display (i banner, principalmente) sono diminuiti e anche la sua attrattività per gli inserzionisti, e ora che la profilazione degli utenti è stata limitata (vedi sopra) l’interesse si sta spostando verso l’individuazione di comunità specifiche legate a siti specifici. In questo senso, dice l’articolo, diventerà più utile investire sull’identità di ciascun sito e sulla sua autonomia commerciale piuttosto che su progetti comuni e indistinti che riguardino siti diversi, e in questo senso si vuole muovere l’azienda di BuzzFeed.
La publisher del gruppo, Dao Nguyen, lascerà dopo 11 anni e l’ha spiegata così:
«Quello che è successo nei due anni passati è che la frammentazione delle audience, le sfide del mercato pubblicitario e la stretta da parte delle piattaforme digitali, il valore del network e in particolare delle distributed-only audiences [i pubblici raggiunti solo attraverso le piattaforme come Google e Facebook, ndr] è diminuito rapidamente e si sta avvicinando zero, anzi qualcuno potrebbe sostenere che il suo valore sia in realtà negativo».
Il fondatore Jonah Peretti dice che «ci concentreremo sui singoli brand e daremo priorità agli aspetti che rendono unico ciascun brand. L’approccio brand-centrico sarà la chiave per stabilizzare il nostro business e tornare a crescere».

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