domenica 29 Gennaio 2023

La transizione digitale c’è già stata

Mario Tedeschini Lalli è uno dei più precoci studiosi delle innovazioni digitali nel giornalismo in Italia, avendo partecipato da giornalista ai primi progetti e alle sperimentazioni online già negli anni Novanta. E nei decenni successivi è sempre rimasto aggiornato sui cambiamenti in corso e sugli adattamenti necessari. La settimana scorsa è intervenuto a un convegno dell’Ordine dei giornalisti con una relazione ricca di spunti attualissimi e preziosi, e che ha rivelato – per confronto – soprattutto quanto la gran parte delle testate italiane tradizionali si trovi ancora in riflessioni sull’informazione e sui suoi cambiamenti che sono state già superate da tempo.

“Diciamolo in altre parole: nel mondo digitale non scriviamo o comunichiamo solo per l’oggi, scriviamo e comunichiamo anche per il futuro . Il che — di nuovo — ci offre nuove straordinarie opportunità (quando mai un giornalista ha potuto sperare che l’influenza sociale del proprio lavoro potesse estendersi negli anni?), ma anche nuovi problemi.
Per questo occorre imparare — per così dire — a 
scrivere per il futuro , cioè a creare significato nel futuro.
“Scrivere per il futuro” implica alcune questioni che riguardano il modo di lavorare e altre relative alle “conseguenze”.

Al modo di lavorare accenno soltanto: si tratta di organizzare i materiali in modo che siano comprensibili in un contesto temporale diverso. Ad esempio:

– Scrittura non allusiva e che non dia per scontato il contesto — quella che chiamo la “autocomprensibilità” dei testi.
– tag in grado di ricostruire nel tempo il contesto originario
– meno items su uno stesso argomento
– ecc.

Esistono però anche questioni deontologiche nuove: quando e come eventualmente modificare nel tempo i nostri materiali? Quando e come correggere, quando e come aggiornare e precisare”.

Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.