domenica 4 Maggio 2025
La notizia della classifica dei paesi del mondo per “libertà di stampa” è una specie di rito annuale, sui giornali: come lo scioglimento del sangue di San Gennaro o il bagno nel Tevere a Capodanno. Tanto che il suo significato e valore sono spesso equivocati, per quanto benintenzionati: si spiega poco, per esempio, che le maggiori minacce considerate per l’Italia sono quelle della criminalità organizzata, e si lascia pensare ai lettori che il problema principale sia invece l’ingerenza della politica; e non si racconta che le analisi compiute dall’organizzazione “Reporter senza frontiere” si basano su rapporti inviati dai giornalisti dei paesi considerati, quindi la classifica si deve a quello che pensano i giornalisti italiani della libertà di stampa in Italia, piuttosto che al giudizio di osservatori esterni. Charlie ne aveva scritto un anno fa, e quelle avvertenze sono tuttora valide.
“il “World press freedom index”, una classifica aggiornata annualmente dei paesi del mondo sulla base di una serie di parametri che, sintetizzati, vogliono misurare la libertà di stampa in ciascun paese. Trattandosi di una classifica è da una parte molto appetibile per i mezzi di informazione, e dall’altra molto schematica e a rischio di interpretazioni sbrigative. In più, è compilata a partire dai giudizi di un’organizzazione privata – per quanto encomiabile nel suo lavoro – e da valutatori particolarmente sensibili ai rischi per la libertà di stampa e quindi tendenti a enfatizzare questi rischi e ogni allarme relativo”.
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