domenica 16 Gennaio 2022

La contesa tra i giornali di destra

I dati di diffusione dei quotidiani italiani a novembre che abbiamo descritto sopra hanno dato soddisfazioni alla Verità, e generato litigi e capricci tra le testate rivali, che hanno una lunga storia comune. Il direttore della Verità Maurizio Belpietro ha celebrato con un articolo il risultato, che come diffusione complessiva vede la Verità sotto di appena 256 copie al Giornale: il dato che ha ritenuto di considerare è però quello del “totale delle copie pagate” che dà alla Verità 647 copie in più del Giornale (che dichiara una quota maggiore di copie omaggio). È un dato che comprende anche le copie digitali scontatissime (pagate meno del 30% del prezzo) che per la Verità sono 3.941 e per il Giornale sono 52, e fanno la differenza: si capisce perché Belpietro abbia voluto scegliere tra tutti quel numero per dire che il proprio è “il primo quotidiano del centrodestra”. E approfittare per mandare soprattutto un messaggio agli inserzionisti: “Un dato che, ove confermato nei prossimi mesi, avrebbe conseguenze potenzialmente rilevanti nel mercato editoriale e della raccolta pubblicitaria”. Ovvero: sapete da chi venire d’ora in poi se volete raggiungere più lettori.

Scelta che non è piaciuta ad Augusto Minzolini, direttore del Giornaleche si è rifatto al dato della diffusione più pratico per i suoi interessi: “il calcolo delle copie cartacee e digitali è sbagliato, perché ci sono ancora almeno 300 copie di differenza tra Il Giornale e quest’altro quotidiano (molte di più in edicola, ma tant’è…), almeno stando alle fonti ufficiali di riferimento – i dati pubblicati da Prima Comunicazione, tanto per intenderci – e ci sarebbero molti altri perché, ma è meglio soprassedere per non tediare il lettore”.
Belpietro ha voluto avere un’ultima parola venerdì, a proposito dei due dati diversi: “c’è un equivoco: noi ci riferivamo alle copie (cartacee e digitali) vendute. Per quelle regalate, in effetti, al Giornale sono sempre i numeri uno”.

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