domenica 17 Settembre 2023

Il Mulino cambia

Il Mulino è una storica rivista che si occupa di politica e cultura, pubblicata dall’omonima casa editrice di Bologna. La rivista oggi esiste in due forme – cartacea trimestrale e con un sito online -, fu fondata negli anni Cinquanta ed è riuscita a costruire un proprio spazio e un’autorevolezza all’interno del dibattito intellettuale nella sinistra italiana, e a costruire una comunità di collaboratori e simpatizzanti. Il sito ha ospitato contributi vivaci da parte degli autori della rivista e da vari collaboratori, tutti disponibili gratuitamente. Mario Ricciardi, professore ordinario di Filosofia del diritto, dirige il Mulino dal 2018 ma il numero appena uscito a settembre è stato l’ultimo sotto la sua direzione. Il Mulino prevede che ogni mandato da direttore duri tre anni, al termine dei quali è possibile ricandidarsi; ogni direttore è selezionato dai soci che fanno parte dell’Associazione il Mulino (che ha la funzione di organizzare la vita della rivista).

Le motivazioni della mancata ricandidatura di Ricciardi non sono molto chiare, il Corriere della Sera ha parlato di problemi tra i soci per le posizioni di Ricciardi verso una parte della sinistra italiana: in questi anni è stato più critico con le correnti vicine a Bonaccini e la cosiddetta area riformista, mentre è stato più vicino ai temi promossi da Elly Schlein. Repubblica ha scritto anche che alcuni problemi potrebbero essere nati per il tipo di contenuti che il Mulino ospitava sul proprio sito.

” Questo editoriale è l’ultimo che scrivo come direttore […]. Dirigere «il Mulino», dopo aver fatto parte per diversi anni del Comitato di direzione, è stata un’esperienza molto bella, che mi ha permesso di lavorare con tante persone (a partire dai componenti delle direzioni e delle redazioni che mi hanno affiancato in questi anni), da cui ho imparato molto. Insieme abbiamo sottratto la rivista al destino che a molti appariva inesorabile – e comune a tante riviste di cultura di un dignitoso declino scandito dall’assottigliarsi del numero dei lettori. Oggi «il Mulino» ha più abbonati e numerosissimi nuovi lettori – più donne, tanti giovani – che l’hanno scoperta grazie ai contenuti pubblicati sia nella versione cartacea sia in quella online, le due gambe che hanno consentito in questi sei anni di andare avanti con slancio.

Nonostante le sollecitazioni ricevute in tal senso, e la consapevolezza che ci sarebbe tanto da fare per consolidare i risultati fin qui ottenuti, ho deciso di non ricandidarmi come direttore. A convincermi che sia ora di lasciare è in primo luogo la convinzione che due mandati siano l’arco di tempo ottimale per dare modo a un direttore di fornire un contributo utile e duraturo a una rivista. In secondo luogo il timore, per me decisivo, che non sarebbe possibile, anche se confermato per un terzo mandato, continuare a svolgere il mio lavoro con la stessa serenità di questi anni”.

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