domenica 12 Ottobre 2025

Il marito della First Lady

La ricerca di formulazioni che evitino la ripetizione dei soggetti (o dei complementi) è un’attività che viene insegnata già a scuola, e che genera sforzi e acrobazie spesso degni di miglior causa, soprattutto nella scrittura giornalistica: dove conosce tutta una sua buffa arte nel giornalismo sportivo (“la compagine scaligera”, “la squadra partenopea”) o in quello musicale (“il menestrello di Duluth”, “i quattro scarafaggi di Liverpool”, “il duca bianco”, “il principe di Minneapolis”). Non è una debolezza solo italiana: un account di Twitter, “Second Mentions“, raccoglie le costruzioni simili – spesso assai involute – nei media inglesi e le ha da poco pubblicate in un libro (“L’arte di evitare le ripetizioni”).
Uno dei casi più visibili di questo vorticare di alternative, che finiscono spesso per superare in frequenza l’uso del nome originale, è quello delle titolazioni degli articoli che riguardano il presidente americano Donald Trump sul quotidiano Domani . Nei mesi scorsi il termine “tycoon” (che ha peraltro un significato non esattamente aderente a quello del personaggio in questione) era arrivato ad essere usato fino a quattro volte in quattro titoli di articoli diversi, e giovedì è tornato per due volte nei titoli della stessa pagina.

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