domenica 3 Ottobre 2021

Il lavoro del fixer

Qualche giorno fa un giornalista italiano, Massimiliano Sfregola, ha raccontato una sua esperienza negativa con il programma della 7 DiMartedì, che lo aveva contattato per una consulenza nell’ambito di un servizio giornalistico da realizzare nei Paesi Bassi. Sfregola lavora nei Paesi Bassi da 13 anni ed è il direttore di un giornale online in lingua italiana specializzato su temi olandesi, 31Mag: gli capita spesso che testate giornalistiche internazionali lo contattino per ingaggiarlo come “fixer”. Il fixer, o “stringer”, è solitamente un giornalista o un consulente locale a cui le testate si affidano per essere aiutate nella realizzazione di articoli, servizi e interviste in un paese straniero. Il fixer trova i contatti, fissa le interviste e fa da traduttore, altre volte suggerisce storie interessanti o ha ruoli ancora più operativi. In generale è una figura imprescindibile per accedere a contesti e storie che altrimenti non si conoscerebbero e per interpretare situazioni poco familiari. All’estero la professione del fixer è tenuta in grande considerazione: nelle sue esperienze con testate internazionali – tra cui AFP e molte olandesi che avevano bisogno di consulenze in Italia – Sfregola racconta di aver sempre ricevuto compensi adeguati, con collaborazioni a partita IVA che tenevano conto anche delle prime telefonate esplorative per capire se ci fossero gli estremi per iniziare a lavorare. Quello di cui si è lamentato Sfregola è che in Italia la figura del fixer non sia presa seriamente e che una giornalista della 7 che lo aveva contattato, alla richiesta delle condizioni economiche della prestazione lavorativa, avesse detto di volere in realtà “solo una dritta” e non una consulenza a pagamento. Naturalmente questa situazione dipende anche dalle difficoltà economiche delle testate italiane, ma secondo Sfregola non affidarsi a un fixer retribuito correttamente rischia di compromettere di molto la qualità dei lavori che vengono realizzati. In altre esperienze con testate italiane, come Rai o Mediaset, Sfregola ha detto a Charlie di aver avuto un trattamento più professionale, pur con compensi non paragonabili a quelli di altre testate internazionali.

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