domenica 29 Maggio 2022

I remi in barca

Un articolo sul New York Times di venerdì ha usato il caso della piattaforma per newsletter Substack per descrivere un’aria nuova e prudente che tira negli investimenti sui nuovi progetti editoriali o legati all’informazione:
“Adesso gli investitori predicano austerità e sospendono i nuovi accordi, in particolare per le società che hanno speso aggressivamente sulla crescita senza segni di profitti. Per quanto Substack stia tuttora assumendo persone, altre aziende hanno dovuto affrontare tagli e contrazioni del proprio valore, e c’è chi ha paragonato questo arresto agli anni seguiti alla crisi finanziaria del 2008 o alla bolla delle dot-com del 2000″.

La notizia è che Substack – forse il più commentato successo nel settore degli ultimi anni, con la sua offerta di ricavi per gli autori di newsletter e i suoi grossi investimenti per coinvolgerli sulla propria piattaforma – ha dovuto ridimensionare la sua raccolta di nuovi investimenti proprio perché i potenziali investitori stanno diventando più guardinghi anche nel caso di Substack, su cui ci sarebbero state delle valutazioni tra i 750 milioni e il miliardo di dollari, ma le cui prospettive di profitti non sono – come avviene ed è avvenuto spesso in casi simili – ancora del tutto chiare.

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