domenica 13 Aprile 2025

I quotidiani a febbraio

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di febbraio 2025.
I dati sono la diffusione media giornaliera*. Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.

Corriere della Sera 157.464 (-6%)
Repubblica 83.395 (-10%)
Stampa 57.851 (-12%)

Sole 24 Ore 50.012 (-8%)
Resto del Carlino 46.308 (-11%)
Messaggero 40.644 (-10%)
Gazzettino 30.905 (-8%)
Nazione 30.382 (-12%)
Dolomiten 25.422 (-6%)
Fatto 25.032 (-8%)
Giornale 24.884 (-8%)
Messaggero Veneto 22.061 (-9%)
Unione Sarda 20.774 (-10%)
Verità 20.023 (-7%)
Eco di Bergamo 19.119 (-14%)
Secolo XIX 18.597 (-8%)
Altri giornali nazionali:
Libero 17.408 (-7%)
Manifesto 14.005 (+8%)
Avvenire 13.993 (-7%)
ItaliaOggi 5.570 (+2%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

La media dei cali percentuali anno su anno delle prime dieci testate a febbraio è del 9,1%. Rispetto a questo dato continua ad andare meglio – ormai stabilmente da alcuni anni – il Corriere della Sera, mentre Repubblica è tornata a superare il 10%, ma considerati i suoi record negativi degli ultimi anni è un dato promettente. Tra le testate maggiori sono andate poco meglio il Sole 24 Ore, il Fatto e il Giornale : ma le ultime due si sono scambiate di posizione, col Fatto che ha superato il Giornale di poche copie. Un altro scambio di posizioni è più in basso nella classifica, dove il Manifesto – che continua ad andare bene, soprattutto con gli abbonamenti digitali – ha superato Avvenire. È finalmente di poco positivo anche il dato del quotidiano milanese ItaliaOggi , dopo molti mesi di grosso declino.

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara più di 43mila, il Sole 24 Ore più di 33mila, il Fatto più di 27mila, Repubblica 14mila). Le percentuali sono la variazione rispetto a un anno fa.
Corriere della Sera 46.625 +1,1%
Repubblica 22.093 -7,9%
Sole 24 Ore 21.886 -4,9%
Manifesto 7.102 +8,4%
Stampa 6.768 -17,2%
Fatto 6.251 -2,8%
Gazzettino 5.671 -6,1%
Messaggero 5.414 -6,2%

I dati mensili sono molto alterni per ogni testata, crescono o calano discontinuamente, suggerendo una grande volatilità degli abbonamenti di durata mensile, spesso comprati in prova e poi non confermati. Ma come si vede i progressi annuali degli abbonamenti digitali non sono rassicuranti per nessuno salvo che per il Manifesto e in piccola quota per il Corriere della Sera (che non compensa lontanamente le perdite delle copie cartacee). Però bisogna ricordare che le stesse testate hanno anche quote cospicue di abbonati che pagano abbonamenti molto scontati, qui non compresi.
Ricordiamo che si parla qui degli abbonamenti alle copie digitali dei quotidiani, non di quelli – solitamente molto più economici – ai contenuti dei loro siti web.

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali maggiori le perdite sopra la media rispetto a un anno fa questo mese sono per il secondo mese di fila dell’ Eco di Bergamo (-13,6%), e poi ancora del Tirreno di Livorno (-11,4%), del Giorno di Milano (-13,2%), del Piccolo di Trieste (-12,9%) e della Nuova Sardegna di Sassari (-12.9%).

AvvenireManifestoLibero, Dolomiten ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

Come ogni mese, quelli che selezioniamo e aggreghiamo, tra le varie voci, sono i dati più significativi e più paragonabili, piuttosto che la generica “diffusione” totale: quindi escludiamo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte).

Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, e usate soprattutto come promozione presso gli inserzionisti pubblicitari, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il sito Prima Comunicazione, e che trovate qui.

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