domenica 4 Ottobre 2020

I periodici in questo periodo

Abbiamo scritto molto dei quotidiani e dei siti di news, ma i “giornali” sono anche tanto altro. Gli altri di carta sono ancora chiamati “periodici”, benché dentro questa categoria ci siano condizioni molto diverse. Ma una cosa che li avvicina è la loro condizione nei confronti del cambiamento digitale. A differenza delle testate quotidiane che, per natura della loro copertura appunto “quotidiana” delle news, hanno creato le loro versioni web in forte sintonia con la funzione di quelle di carta originali, i settimanali e i mensili hanno ruoli completamente diversi per i lettori rispetto a ciò che può offrire un sito web. I siti web dei periodici non hanno nessun rapporto con la periodicità delle loro testate di carta. Ma questo è solo un elemento delle molte perdite di ruolo dei periodici di cui nelle prossime settimane parleremo più puntualmente. Per oggi introduciamo questo argomento e lo confortiamo con qualche numero su quanto il settore sia stato travolto dalle trasformazioni digitali e culturali di questi anni. Questi sono i dati di vendita a luglio dei più noti settimanali, e le perdite percentuali rispetto al 2019 e al 2015 (dati ADS).

Dipiù 418mila (-7%/-29%)
Sorrisi e canzoni 412mila (-5%/-27%)
Gente 212mila (-3%/-16%)
Famiglia Cristiana 201mila (-10%/-38%)
Espresso 191mila (-18%/+16%) nel 2015 non era ancora un allegato di Repubblica
Oggi 191mila (-26%/-33%)
Chi 149mila (-17%/-50%)
Diva e Donna 147mila (-22%/-40%)
Intimità 139mila (-8%/-30%)
Donna Moderna 112mila (-22%/-58%)
Grazia 109mila (-15%/-43%)
Vanity Fair 96mila (-15%/-50%)
Panorama 58mila (-24%/-71%)

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