domenica 8 Giugno 2025

I nuovi ma non nuovissimi aiuti del governo agli editori

Venerdì scorso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria del governo italiano ha comunicato lo stanziamento di 82 milioni di euro per il 2025 a sostegno del settore delle imprese che producono, distribuiscono e vendono i quotidiani di carta. Di questi, 10 milioni andranno alle edicole, 3 milioni ai “punti vendita non esclusivi” (le attività commerciali che vendono anche quotidiani e periodici nei comuni privi di edicole) e 4 milioni ai distributori. I restanti 65 milioni finanzieranno un contributo straordinario agli editori pari a 10 centesimi per ogni copia venduta nel 2023. Un contributo identico era già stato previsto per il 2021 e il 2022 dal “Fondo straordinario a sostegno dell’innovazione nell’editoria”, che non esiste più.

Quest’anno, infatti, i soldi per offrire questo contributo provengono dal Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria – quello che il governo usa per finanziare gran parte dei contributi per le emittenti radiotelevisive, le edicole e gli editori –, che è aumentato di 50 milioni di euro, anche a fronte delle ripetute richieste della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG). Lo stanziamento per questo contributo è cresciuto di 5 milioni rispetto all’anno scorso, quando i fondi non erano bastati per pagare agli editori 10 centesimi per ogni copia venduta e l’importo richiesto era stato ridotto proporzionalmente per tutti.

C’è da aggiungere che, esplicitamente o implicitamente, queste spese favoriscono un settore in crisi – che può essere giusto proteggere, come i settori in crisi – privilegiando però, nel 2025, gli editori di quotidiani cartacei che sono in gran parte aziende di grandi dimensioni e ricchi editori, a scapito della concorrenza digitale che oggi raggiunge una quota molta maggiore di lettori e produce sicuramente un maggior risultato di “pluralismo”.

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