domenica 14 Gennaio 2024

I liberi canoni giornalistici

Sul quotidiano Repubblica c’è stato un sensibile incidente giornalistico lo scorso 19 dicembre, generato da una quasi omonimia che ha portato il giornale a pubblicare un articolo di accuse contro un’addetta consolare russa a Palermo: lo sbaglio è stato severamente contestato dall’ambasciatore russo in Italia, al quale ha risposto l’autore dell’articolo con argomenti piuttosto particolari (e commentati anche nell’articolo del Manifesto già citato in questa newsletter: « l’incredibile caso di sostituzione di persona reso pubblico ieri da Repubblica, laddove abbiamo appreso che il silenzio assenso è uno strumento dell’inchiesta giornalistica»).

” Prendo atto dell’omonimia e del disguido, che poteva essere evitato se solo l’ambasciata di Russia avesse risposto entro le 48 ore indicate, come è stato chiesto nella email che ho inviato nella richiesta in cui si riportavano domande precise con il relativo nome di Anastasia Vladimirova Shapoval, segnalata pure come giudice del tribunale della città di Feodosia. Tutto è stato fatto secondo i liberi canoni giornalistici, peccato che non abbiate risposto, perché in questo modo avete contribuito ad indurci in errore”.

L’articolo con le informazioni successivamente smentite è tuttora online, e né la lettera di smentita né la risposta sono state pubblicate sul sito di Repubblica.

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