domenica 19 Settembre 2021

I destini della Nuova Sardegna

Che è il quotidiano di Sassari e della Sardegna soprattutto settentrionale con una lunga e illustre storia (ha appena festeggiato i propri 130 anni): nel 1980 fu comprato dall’allora gruppo Espresso ed entrò nel ricco complesso di quotidiani locali del gruppo, dove si trova ancora oggi dopo il cambio di proprietà che ha portato all’azienda editoriale GEDI (quella che possiede Repubblica e Stampa, tra gli altri). La compagine di quotidiani del gruppo si ridusse una prima volta quando la fusione tra Repubblica e Stampa costrinse l’azienda – per eccesso di proprietà nei media – a vendere i quotidiani di Pescara e Salerno. Ma negli ultimi due anni GEDI si è mossa verso ulteriori riduzioni, puntando a mantenere – con sinergie e risparmi – solo le testate del Nordest: in quest’ottica ha venduto l’anno scorso i propri quotidiani di Livorno, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, e aveva dato in gestione la Nuova Sardegna all’editore DBInformation (che ha una serie diversificata di attività editoriali, dalle rassegne stampa, a riviste specializzate di settore, al periodico Intimità).
Il contratto con DB però scade a fine anno, GEDI non ha scelto di rinnovarlo – malgrado i risultati soddisfacenti della gestione – e da diversi mesi sta cercando un compratore, ricerca nota anche se ai lavoratori del giornale non è mai stato comunicato niente: sono circolate varie ipotesi (compresi gli stessi acquirenti del Tirreno e degli altri tre quotidiani nel 2020, che però in quelle testate non hanno finora mostrato credibili progetti di rilancio) ma per ora niente si è concretizzato e mancano pochi mesi alla fine dell’anno senza che il giornale sia impostato per il 2022 e i subbugli interni cominciano a emergere.

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