domenica 22 Ottobre 2023

E una terza parte in guerra

Un interessante articolo del New Yorker ha riassunto i fallimenti dei social network nell’informazione su Israele e Gaza di queste due settimane: per ragioni in parte comuni e in parte distinte sia Facebook e Instagram, che Twitter, che TikTok, hanno perduto gran parte della loro utilità in questo senso e si sono fatti invece soprattutto mezzi di disinformazione, propaganda e polarizzazione delle opinioni. La differenza in solo un anno e mezzo con quello che era successo all’inizio della guerra in Ucraina è notevolissima: quella era stata celebrata come “la prima guerra su TikTok” per quanto i social media avevano contribuito a diffondere immagini e notizie dal campo. Adesso, in un contesto naturalmente molto diverso, Twitter è stato dirottato verso gli interessi del suo nuovo proprietario Elon Musk e indebolito di tutte le sue scelte e strutture di filtro e selezione di affidabilità delle notizie; Facebook ha tirato i remi in barca rispetto alla promozione delle news per valutazioni di ordine economico e di immagine; l’algoritmo di TikTok è molto indietro nel lavoro di verifica delle notizie e soprattutto è progettato per dare agli utenti ciò che vogliono, ovvero i contenuti più partigiani che confermano le opinioni che gli utenti già hanno.

Anche un articolo sul New York Times ha riassunto questioni parzialmente sovrapposte a queste, ricapitolando il disinvestimento delle grandi piattaforme sull’informazione giornalistica (ancora questa settimana Google ha ridotto di una quarantina di persone il suo staff di Google News), e spiegando come i siti di informazione stiano notando grandi cali nel traffico provenienti da quelle fonti e affrontando ripensamenti conseguenti. Una tendenza, ancora molto embrionale, potrebbe essere quella di un ritorno a concentrarsi sulle proprie comunità di lettori e sugli strumenti più diretti e interni per conservare i rapporti relativi (newsletter, homepage, progetti di comunicazione e coinvolgimento): con tutti i rischi di delimitazione ulteriore delle “bolle” a cui le singole testate si rivolgono.

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