domenica 17 Luglio 2022

“E mai, dico mai…”

La settimana scorsa avevamo raccontato un incidente esemplare della riduzione di cautele e protezioni rispetto a ciò che può venire pubblicato sbadatamente all’interno di molte redazioni: il Corriere della Sera aveva messo su Instagram un proprio necrologio di Eugenio Scalfari, e Scalfari era ancora vivo.
Alcuni lettori ci hanno segnalato una cosa apparentemente contigua pubblicata dal Post giovedì, quando è arrivata la notizia – stavolta vera – della morte di Eugenio Scalfari. Nelle anteprime dell’articolo del Post mostrate da Twitter e da Google sono comparse per alcuni secondi tre parole che non avrebbero dovuto esserci (“rimettere tweet telegram”). Si è trattato di un colpevole errore, naturalmente, ma che ha una spiegazione diversa e interessante per altre ragioni: quelle tre parole erano state in effetti accuratamente rimosse al momento della pubblicazione dell’articolo, ma un problema con la rete che gestisce la “cache”* del Post da alcuni giorni fa sì che vengano aggiornati in ritardo i titoli che compaiono nelle anteprime quando i titoli originali vengono modificati, e quindi l’anteprima ha conservato quelle parole (che erano state inserite nella “bozza” dell’articolo per ricordare invece una cautela, a chi avrebbe pubblicato: l’avere disinnescato la pubblicazione sui social network). Ma benché questo mostri le complicazioni quotidiane nel controllo delle tecnologie che fanno funzionare i siti di news (una cosa identica è capitata lo stesso giorno alla rete americana ABC ), quello che soprattutto racconta è che di queste complicazioni bisogna sempre tenere conto comunque, e attenuare i rischi.

*ovvero il sistema che permette a molti elementi delle pagine web di non essere aggiornati sempre e continuamente, per rendere più veloce il loro caricamento.

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