domenica 15 Gennaio 2023

E il vecchio Panorama

Il quotidiano Domani ha pubblicato sabato una recensione a un volume celebrativo dedicato al settimanale Panorama e pubblicato dalla Fondazione Mondadori ( Panorama è stato venduto qualche anno fa dal suo storico editore Mondadori al gruppo editoriale della Verità , il quotidiano, guidato da Maurizio Belpietro). L’articolo dell’ex giornalista di Panorama Daniele Martini cita una istruttiva serie di regole di scrittura del Panorama novecentesco, assai anomala nel panorama della scrittura giornalistica italiana.

” Sto scrivendo «io» con fatica, contravvenendo a una delle regole ferree del Panorama di allora e cioè che non si doveva mai scrivere in prima persona. Una regola stampata insieme ad altre in un manualetto che ancora conservo con grande affetto in un cassetto della mia scrivania, una sorta di messalino con le regole che i giornalisti avrebbero dovuto rispettare per ottenere uno stile asciutto e uniforme, lo stile Panorama, in grado di rendere il giornale un prodotto informativo unico e riconoscibile.

La filosofia alla base di quella specie di baedeker della scrittura era semplice: noi giornalisti non dobbiamo scrivere per noi stessi o per qualcuno in particolare, secondo i nostri personali gusti, per soddisfare la nostra vanità o per fare sfoggio di erudizione, ma dobbiamo scrivere per il lettore, mettendoci sempre dalla sua parte, in qualche modo al suo servizio. Cercando di capire le sue esigenze, dando per scontato nulla, spiegando in maniera semplice anche ciò che a noi sembra ovvio, ma che può non essere tale per chi ha in mano il giornale e vuole capire bene ed essere informato in maniera puntuale.
Non è il lettore che deve far fatica a leggere, sei tu giornalista che devi far fatica per accertare i fatti e poi per spiegarli in maniera chiara: questa era la filosofia di Panorama. Non c’era niente di pedagogico o di paternalista, si trattava però di un nuovo modo di fare informazione in Italia che ignorava schemi consolidati e almeno nelle intenzioni si rifaceva allo stile dei quotidiani e dei grandi periodici americani, a cominciare da Life che fu il modello del Panorama della prima ora”.

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