domenica 19 Febbraio 2023

Due righe bastano a spiegare

Nei giorni scorsi è tornato a circolare tra alcuni account che si occupano di informazione un grafico pubblicato l’anno scorso dal sito Axios, che è utile per avere il quadro delle prospettive dei ricavi pubblicitari dei giornali e per capire perché lo spostare le priorità sugli abbonamenti è diventato indispensabile per tutte le aziende giornalistiche. Il grafico illustrava una delle brevi news di Axios, con il rassicurante titolo di “Negli Stati Uniti i ricavi pubblicitari digitali supereranno quelli della carta nel 2026”. Ma la formulazione era un po’ equivoca, a guardare l’illuminante grafico: la ragione del sorpasso ipotizzato è infatti il crollo dei ricavi sulla carta che scenderebbe sotto quello – stabile, praticamente fermo – dei ricavi dal digitale. La pubblicità online, insomma, non ha prospettive di compensare il declino di quella sulla carta (per molte ragioni: maggiore concorrenza di spazi e contenitori, minor valore delle inserzioni, concorrenza delle piattaforme): e per questo i giornali hanno bisogno di tornare a investire sui rapporti con i lettori molto più che su quelli con gli inserzionisti.

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