domenica 26 Ottobre 2025

Dipende da dove guardi

Concludendo la sua rubrica settimanale sul Fatto , il giornalista Giovanni Valentini – che ha 77 anni e nel secolo scorso è stato a lungo direttore del settimanale L’Espresso e vicedirettore di Repubblica, con cui ora è spesso polemico – ha sostenuto sabato che “il giornale che state leggendo continua a essere l’unico quotidiano con il segno più davanti nelle classifiche mensili sulla diffusione dei quotidiani (ADS, agosto 2025)”. Se i lettori dei dati di diffusione che Charlie riassume ogni mese li trovassero contraddittori con questa dichiarazione, è perché il dato di agosto a cui si riferisce Valentini è – si immagina – il totale della diffusione cartacea e digitale comprese le copie omaggio e quelle a prezzi scontati di oltre il 70%; mentre il dato principale pubblicato da Charlie non le conteggia, e vede il Fatto perdere il 10% delle copie su un anno prima. Ciascuno dei criteri ha pro e contro nella definizione dei risultati di un giornale (il maggior numero di lettori è favorito dal minor prezzo, i maggiori ricavi sono favoriti da un maggior prezzo).

(vale la pena citare anche la solenne conclusione dello stesso articolo di Valentini – “la condizione essenziale, a garanzia della propria indipendenza e credibilità, resta quella di non avere padroni al di fuori dei lettori” – non solo perché anche il Fatto ha ovviamente dei “padroni”, ovvero dei soci che ne possiedono le azioni e ne condizionano le scelte, ma perché la formulazione è un antico inganno retorico che trascura che i lettori siano dei “padroni” pericolosamente influenti sull’indipendenza e le scelte di un giornale che li consideri tali).

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