domenica 26 Settembre 2021

Diminuisce la stampa, aumentano le rassegne stampa

C’è stato un periodo in cui Clubhouse, “il social dell’audio”, era sembrato a molti il nuovo formato su cui investire e fare progetti, anche per i giornali: ne avevamo parlato, quel periodo non è durato moltissimo. Poco tempo dopo la grande attenzione per Clubhouse, Twitter aveva lanciato il suo prodotto concorrente, Spaces, che funziona più o meno allo stesso modo: con delle stanze virtuali in cui molte persone possono trovarsi e discutere. Da qualche settimana Good Morning Italia, un servizio di rassegna stampa in abbonamento che arriva ogni mattina per mail da diversi anni, ha cominciato a produrre Fuori dalla bolla, una rassegna stampa live su Twitter Spaces condotta da Cecilia Sala e Guido Canali (e con interventi di diversi altri esperti e giornalisti). Sala e Canali avevano iniziato il progetto in maniera indipendente alcuni mesi fa, ora lo hanno ripreso con il supporto di una redazione. Uno dei principali problemi di portare “i giornali su Clubhouse” è il poter rendere sostenibile un ipotetico investimento, cioè come monetizzare i prodotti offerti sulla piattaforma. L’intenzione di Fuori dalla bolla è estendere successivamente il format in eventi dal vivo che possano generare dei ricavi per Good Morning Italia (oltre a farne accrescere il marchio e le ambizioni, naturalmente). Good Morning Italia era nato nel 2013 con 6 giornalisti, e da quando ha raggiunto una sostenibilità economica nel 2018 si sta concentrando su possibili opportunità di crescita: oggi ci sono 26 persone che si alternano ai soli contenuti della rassegna quotidiana, più altre che si occupano di design e sviluppo tecnologico. Otto anni fa la rassegna veniva curata da una sola persona ogni giorno, oggi almeno da tre. Il modello di ricavi puntò da subito sui soli abbonamenti, 3 euro al mese o 30 all’anno, in anni in cui i media italiani facevano fatica a credere che online ci fossero persone disposte a pagare per l’informazione. Oltre agli abbonamenti per le persone, il progetto si sostiene con abbonamenti per aziende piccole e grandi (e per alcune di queste cura anche rassegne in inglese) e con ricavi pubblicitari minori associati al libro, gratuito, che pubblica annualmente a fine dicembre (“L’anno che verrà”).

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