domenica 24 Marzo 2024

Decimonono

Il Secolo XIX, storico quotidiano genovese di proprietà del gruppo GEDI, ha scioperato venerdì per protestare contro il rifiuto dell’azienda di dare maggiori informazioni a proposito delle trattative in corso per la vendita del giornale (si tratterebbe dell’ennesima, e di una delle ultime, cessione di quotidiani locali da parte del gruppo).

“Nonostante le formali e reiterate richieste da parte della rappresentanza sindacale, infatti, l’azienda non ha fatto alcuna chiarezza in merito alle insistenti e continue indiscrezioni di stampa relative a una possibile vendita del Decimonono.
Non solo: il gruppo Gedi, anche in questo caso nonostante ripetuti solleciti, non ha presentato un piano di investimenti per il giornale che, in forma cartacea e digitale, rappresenta la voce di Genova e della Liguria da quasi 140 anni. Per la redazione del Secolo XIX, che con orgoglio rappresenta questa testata, il silenzio dell’editore è inaccettabile. Si tratta, in primis, di una mancanza di rispetto nei confronti della redazione, dei suoi lettori e della storia di un quotidiano che negli anni ha consolidato la sua posizione di leader nell’informazione regionale e da sempre è riconosciuto come testata di rilievo nazionale grazie alla professionalità e all’autorevolezza dei suoi giornalisti.
Ai vertici di Gedi ricordiamo che il Decimonono offre contributi di qualità a tutto il gruppo e dal 1886 è la voce libera, autonoma e indipendente di un territorio e di una popolazione che consideriamo a tutti gli effetti il nostro naturale editore. I giornalisti del Secolo XIX continueranno a mettere in campo tutte le azioni necessarie per la salvaguardia e la tutela della propria testata sino a quando non arriveranno precise risposte alle richieste avanzate. All’editore ricordiamo inoltre che, qualora Gedi dovesse cedere la proprietà del giornale, la redazione non sarebbe disposta ad accettare soluzioni di basso cabotaggio ma solo ipotesi di soggetti di dimensioni, capacità, posizionamento, visione e volontà di investimenti coerenti con la nostra storia. Il Secolo XIX non si svende”.

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