domenica 22 Giugno 2025
Il Post ha raccolto informazioni, testimonianze e spiegazioni su cosa sia successo al sito Freeda, di cui è stata chiesta la procedura di liquidazione.
“«L’obiettivo era crescere, crescere, crescere», dice Scotti Calderini. Inizialmente fu aperta una società sussidiaria in Spagna, che doveva replicare il successo di Freeda per un mercato ispanofono, raggiungendo anche il pubblico sudamericano. Nel 2019, poi, vennero prese due decisioni: nel 2020 l’azienda avrebbe aperto una sussidiaria anche nel Regno Unito, per raggiungere il mercato anglofono, sfruttando anche i 16 milioni di dollari di investimenti che aveva appena ottenuto. E, al contempo, avrebbe lanciato la sua prima linea di prodotti di consumo: il brand di trucchi Superfluid.
Poi però ci fu la pandemia, la chiusura prolungata dei negozi fisici e una riduzione del potere di spesa di milioni di persone. «I settori principali dei nostri branded content erano lusso e beauty, ma tutti i negozi erano chiusi e fare pubblicità aveva molto meno senso», spiega Ivan Lodi, che all’epoca era uno dei manager principali di Freeda Media. «Un’azienda che ha alle spalle trenta o quarant’anni magari ha una serie di capacità finanziarie per supplire a questo problema, ma per una nata da poco non è stato esattamente facile»” .
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