domenica 15 Maggio 2022

Cosa resta dell’Unità

Martedì 10 maggio nelle edicole di alcune grandi città italiane è uscito un “numero speciale” del 2022 dell’ Unità . Il quotidiano fondato dal 1924 da Antonio Gramsci, organo del Partito Comunista Italiano fino al 1991 e in seguito di PDS e DS (fino al 2007), ha cessato le pubblicazioni nel 2017, dopo un’effimera rinascita durata un paio d’anni. Da allora viene pubblicato una volta l’anno per evitare la decadenza della testata, in forma ridotta e spesso (come in questo caso) realizzato da giornalisti esterni. La legge sulla stampa prevede infatti che un giornale venga cancellato dal registro delle pubblicazioni se non va in stampa per un anno intero. L’attuale proprietà, Unità srl di Guido Stefanelli e Massimo Pessina del gruppo Pessina Costruzioni, utilizza dal 2018 questo escamotage: la decadenza comporterebbe la perdita dei diritti sulla testata, oggetto negli anni scorsi di infruttuosi tentativi di vendita. L’uscita in edicola, con tiratura minima e foliazione di quattro pagine, è ogni anno fortemente contestata dal Comitato di Redazione del giornale, che tuttora esiste ed è quest’anno stato tenuto totalmente all’oscuro dell’operazione. Nel 2019 il direttore responsabile dell’unico numero pubblicato fu Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano la Verità , scelta che fu vissuta come una provocazione da redazione e lettori affezionati; nel 2020 toccò a Primo Di Nicola, senatore del Movimento 5 Stelle, nelle ultime due edizioni il giornale è firmato da Luca Falcone, già capo dell’ufficio stampa della Pessina Costruzioni. Una ventina di giornalisti è ancora formalmente alle dipendenze dell’azienda, che però non pubblica nient’altro né paga gli stipendi. La lunga disputa sindacale e legale è in attesa di una risposta definitiva dal giudice fallimentare: intanto la redazione lamenta di essere “ostaggio di un non-giornale”, senza poter più fare ricorso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, disoccupazione).

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