domenica 8 Giugno 2025
Un articolo del New York Times ha rivelato martedì un nuovo progetto del Washington Post di dare molto più spazio agli articoli di opinione e ai contributi in questo senso di autori e autrici esterni al giornale. Il progetto si chiama “Ripples” (che vuol dire onde, ma anche effetti: quelle che si creano gettando un sasso nell’acqua) e andrebbe nella direzione – auspicata dalla proprietà – di diluire il posizionamento politico liberal del giornale.
Il Washington Post è di proprietà di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e da quasi un anno è in mezzo a una crisi dovuta in parte alle sue difficoltà di crescita negli ultimi anni e in parte alla volontà dell’editore di attenuare i suoi approcci battaglieri nei confronti dell’amministrazione Trump (approcci che finora resistono in gran parte del giornale).
L’idea di “Ripples” è di creare un sistema di “intelligenza artificiale” capace di automatizzare la gestione delle proposte esterne, il loro perfezionamento e la loro pubblicazione. Un’impressione collaterale è che il progetto vada in una direzione antica e superata per i siti di news: quella di aggregare automaticamente articoli di commento poco retribuiti in grandi quantità, come avveniva un tempo attraverso i blog di autori esterni (lo Huffington Post ne fu il maggiore sfruttatore). Pratica poi in gran parte accantonata con lo spostamento delle priorità verso una maggiore identità e qualità dell’offerta ad abbonati e abbonate.
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