domenica 6 Luglio 2025

Chiude Sardinia Post

“Dopo quasi 13 anni Sardinia Post cessa le pubblicazioni”, spiega l’articolo del direttore Manuel Scordo sul sito del giornale online che si è costruito in questo tempo un cospicuo ruolo e una estesa visibilità nell’informazione sulla regione della Sardegna.

“Il Tribunale ha incaricato un liquidatore che ha deciso, visto il carico di debiti pregressi, l’immediata cessazione delle pubblicazioni per non accumularne di nuovi. Questo non vuol dire che la testata sia morta per sempre, ma che in questo momento non ci sono le condizioni per andare avanti.
Cosa accadrà? È l’interrogativo che ci siamo posti anche noi. Per il momento saremo licenziati e la testata sarà “congelata”, ne sarà stabilito il valore e sarà messa in liquidazione. A quel punto qualcuno potrebbe farsi avanti per acquistarla, senza doversi sobbarcare i debiti pregressi. Questa forse è l’ipotesi più rosea, ma i tempi saranno comunque lunghi”.

L’articolo cita la comunicazione dell’editore ICO 2006 che riassume i problemi che si erano creati.

“Le difficoltà iniziate durante la pandemia e proseguite con la crisi del socio unico di allora della ICO 2006 srl, la Onorato Armatori srl, che ha determinato una riduzione di quasi il 50% dei ricavi, sembrava fossero state superate con il passaggio delle quote nel 2021 a una nuova compagine, ma a distanza di soli 18 mesi anche il socio di maggioranza relativa subentrato, la Defendini Logistica srl di Roma è entrato in una situazione di crisi aziendale irreversibile. Perdendo il supporto del socio di maggioranza, gli amministratori e i soci della Ico avevano trovato comunque una soluzione di continuità aziendale siglando, a fine 2023, un accordo con Sae Sardegna spa (editrice de La Nuova Sardegna), e concedendo in affitto il ramo d’azienda editoriale, con un diritto di acquisto per Sae subordinato al deposito (e all’accoglimento ndr), nel giugno 2024, di un accordo di ristrutturazione dei debiti e di un piano attestato ex art. 57 e 63 del codice della crisi di impresa, con richiesta di omologa presso tribunale di Cagliari. Il 16 gennaio 2025 il Tribunale di Cagliari non omologava il piano depositato e gli amministratori della Ico 2006 srl, senza soluzioni alternative, avviavano le pratiche per la liquidazione”.

Sardinia Post era stato fondato nell’ottobre del 2012 dall’editore ICO 2006 s.r.l., che allora era controllato dall’armatore Vincenzo Onorato, proprietario della compagnia di navigazione Moby Lines. Il primo direttore fu Giovanni Maria Bellu, ex inviato di Repubblica ed ex condirettore dell’ Unità . Iniziò a pubblicare anche una versione cartacea bimestrale, che veniva distribuita non solo in edicola, ma anche a bordo delle navi di Onorato. Nel 2018 Bellu si dimise in seguito a un confronto con l’editore, che voleva un giornale meno progressista. Con Bellu – che fu sostituito da Guido Paglia, che era stato vicedirettore del Giornale – se ne andarono anche diversi giornalisti. Ma i maggiori problemi arrivarono dopo il Covid, quando la società di Onorato entrò in crisi e il giornale perse il 50% dei ricavi. Le uniche entrate erano quelle pubblicitarie, di cui però il giornale si era sempre curato molto poco, e i debiti crebbero.

A fine 2023, quando il debito ammontava a 600mila euro e un nuovo socio entrato nel 2021 aveva avuto a sua volta una grave crisiSardinia Post riuscì a continuare le pubblicazioni (con ormai solo tre giornalisti) perché l’editore l’aveva affittata a SAE Sardegna (una società del gruppo SAE, che possiede i quotidiani Nuova SardegnaTirrenoGazzetta di ModenaGazzetta di ReggioNuova Ferrara Provincia Pavese ). L’accordo tra SAE e ICO prevedeva che SAE avrebbe potuto anche comprare il giornale, se fosse stato approvato dal tribunale il piano di risanamento dei debiti dell’azienda, presentato nel giugno del 2024 al tribunale di Cagliari. Quello stesso mese Paglia si dimise da direttore e in redazione rimasero in tre giornalisti.

Il piano di risanamento prevedeva che SAE Sardegna avrebbe acquistato Sardinia Post per circa 250-300mila euro (coprendo circa la metà del debito del giornale); il resto del debito sarebbe stato pagato a rate, mentre ICO 2006 sarebbe diventata la concessionaria pubblicitaria del giornale. Nonostante quasi tutti i creditori del giornale fossero favorevoli al piano, il 16 gennaio 2025 il tribunale di Cagliari non l’ha omologato, a causa dell’opposizione dell’Agenzia delle Entrate (il creditore più importante di tutti).
E a gennaio SAE Sardegna ha comunicato a Sardinia Post che non avrebbe più affittato il giornale (a un costo di 10mila euro al mese), rendendo così impossibile anche un ricorso contro la decisione del tribunale. Dal 31 gennaio all’1 luglio nella redazione di Sardinia Post hanno lavorato in due: Andrea Tramonte e il direttore Manuel Scordo, che aveva assunto il ruolo da gennaio.

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