domenica 7 Dicembre 2025
L’impressione è che molti giornali abbiano tirato i remi in barca rispetto all’obiettivo – proclamato per anni e anni – di recuperare i “lettori giovani”. E non per pigrizia o disinteresse, ma per realismo: da una parte il formato cartaceo, e la sua riproduzione digitale, non mostra davvero più nessuna attrattiva per le abitudini contemporanee di fruizione di qualunque contenuto (e non beneficia di alcuni aspetti che ancora sostengono i libri di narrativa, invece). Dall’altra l’invecchiamento della popolazione – soprattutto in Italia – fa sì che il pubblico adulto e anziano sia considerato assai meno di un tempo un investimento secondario e “a perdere”. La sua “durata” si allunga, la sua capacità di spesa è maggiore, e l’ostilità generale al rinnovamento della cultura italiana protegge da rischi di anacronismo e appannamento gli interessi di quelle generazioni: gli argomenti novecenteschi rimangono attuali anche in questo millennio, in Italia.
Questo ovviamente non rimuove la questione dell’informazione dei più giovani, di chi la governi e orienti, di come si costruisca e in che direzioni porti – alla lunga – le nostre società. Ma sul breve non sembra più tanto quello il pensiero principale di molti giornali tradizionali.
Fine di questo prologo.
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