domenica 21 Dicembre 2025

Charlie, il blob

Non è una cosa nuova, forse: ci sembra normale, adesso; è successa, un po’ alla volta. Ma il fondatore del sito americano di news che si chiama Axios l’ha sintetizzata con efficacia. Dicendo due cose: una è che non siamo più destinatari di “notizie”, ma di una specie di blob fatto di contenuti, immagini, frasi, chiacchiere, video virali, tweet, che costituisce oggi la nostra “dieta mediatica”, che quindi non è più solo una dieta alimentare, diciamo. Digeriamo insieme un po’ di tutto. L’altra cosa è che questo blob è diverso per ciascuno di noi.
Come relazionarsi con questa condizione è una cosa della quale i giornali non riescono a venire a capo: alcuni sono spinti a mettere a loro volta nel piatto un po’ di tutto, ma mantenere una vecchia idea di “giornale” dedicato alle notizie e strumento prioritario di informazione può darsi non sia proprio possibile. È già capitato nella storia che certe cose finissero.

«La nostra realtà non è più descritta dalle “notizie”. È invece formata dai video che guardiamo, dai podcast che ascoltiamo, dagli account che seguiamo sui social media e da quelli che conosciamo di persona, e dal giornalismo che consumiamo. Siamo entrati in un periodo in cui ognuno ha una sua propria realtà personale, basata di solito sull’età, sulla professione, sulle passioni, sulle opinioni politiche e sulle piattaforme scelte».

Fine di questo prologo.

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