domenica 4 Febbraio 2024

Charlie, “i giornali”

Nel suo editoriale sul penultimo numero di Internazionale , il direttore Giovanni De Mauro ha celebrato un progetto giornalistico tedescoCorrectiv, e le sue preziose inchieste recenti.

“Nel 2023 Correctiv ha rivelato che la banca tedesca per lo sviluppo ha finanziato progetti di deforestazione in Paraguay; ha dimostrato che la privatizzazione dell’acqua in Germania si sta allargando; ha contribuito ad avviare una causa contro Benedetto XVI per lo scandalo degli abusi sessuali nella chiesa tedesca; ha reso pubblici i progetti di un’azienda privata per costruire un enorme impianto solare e un centro commerciale in una foresta a 80 chilometri da Berlino. E ha condotto altre decine di inchieste, sempre con particolare attenzione alla Germania. Quando qualcuno si chiede a che servono i giornali, Correctiv è una delle migliori risposte”.

Ed è vero che le inchieste di Correctiv sono un esempio ammirevole del buono e utile che fanno i giornali, ma sono appunto, ” un esempio ammirevole del buono e utile che fanno i giornali”. L’esempio non spiega “a cosa servono i giornali”, ma a cosa serve Correctiv. E De Mauro sicuramente voleva parlare di quello, ma il suo commento è utile a ricordare la fallacia delle generalizzazioni, e anche di quella assai diffusa e frequente sui “giornali”, che genera sovente universali e superficiali accuse contro “i giornali”, oppure universali e superficiali difese “dei giornali”. I giornali sono tante cose diverse: alcuni servono, altri non servono ma sono innocui, altri fanno veri e propri danni. Anzi, a volte anche dentro uno stesso giornale si possono trovare questi diversi casi. Le generalizzazioni spesso aiutano e sono inevitabili, ma in questi tempi di critiche ignoranti contro “i giornali” e difese corporative “dei giornali”, meglio criticare le pessime cose che fanno alcuni giornali e difendere le buone cose che fanno altri giornali (a volte persino gli stessi).

Fine di questo prologo.

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