domenica 14 Aprile 2024

Charlie, giornali contro

In un prologo di Charlie di più di due anni fa parlammo con rammarico – rammarico in parte attenuato dal tentativo di questa newsletter – dell'”assenza in Italia di un lavoro giornalistico di divulgazione sui giornali, che viene svolto invece abitualmente in molta autorevole stampa internazionale. È un peccato perché la domanda c’è e un buon lavoro di reporting potrebbe spiegare molte cose interessanti e utili ai lettori: ma una consuetudine un po’ omertosa e un po’ autopromozionale fa sì che in Italia ci sia poca disponibilità a rendere pubbliche le cose dei giornali o a renderle pubbliche con sincerità, che si tratti dei giornali propri o di quelli altrui”.

Le cose non sono cambiate nel frattempo, se non – apparentemente – in peggio: sui quotidiani italiani si vedono sempre più spesso articoli dedicati sì ai giornali, ma quasi solo nella forma di attacchi ad altre testate sulla base di ragioni di competizione o insofferenza, che finiscono per rendere poco affidabili e credibili i contenuti stessi di quel racconto. Fino a poco fa questo tipo di attacchi polemici era confinato alle testate più partigiane e polemiche per rivendicata scelta (lo stesso Foglio aveva appena criticato la Verità, che aveva quindi risposto al Foglio; il Fatto attacca Repubblica ogni settimana, e sabato se l’è presa col Giornale e un suo giornalista; eccetera), ma il comunicato del CdR di Repubblica (vedi sotto) contro il Foglio ha fatto traboccare il format anche su quel giornale, dando infine inattesa soddisfazione a decenni di critiche e irrisioni quasi quotidiane che – avessero torto o ragione – la vecchia Repubblica aveva sempre dignitosamente ignorato, consapevole del disinteresse dei propri lettori. Se la risposta al poco giornalismo sul giornalismo si sostanzia in infantili esibizioni di indignazione contro altre testate ritiriamo volentieri la domanda. S enza che questo suoni a sua volta come quello che denuncia, per carità: liberi tutti, ognuno si fa il proprio giornalismo come preferisce.

Fine di questo prologo.

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