domenica 13 Luglio 2025

Charlie, chi informa gli italiani

Se chi legge questa newsletter non avesse da subito attenzioni e competenze verso il sistema dell’informazione maggiori della media, finisce per averle presto. Ma “là fuori” la stragrande maggioranza delle persone forma la propria conoscenza della realtà e di quello che succede molto sbrigativamente e senza dedicarci il tempo, la cautela e la competenza necessari a distinguere l’affidabilità delle informazioni in cui si imbatte. Per ragioni del tutto comprensibili e innocenti, prima di tutte la disponibilità di tempo, seconda la poca formazione critica trasmessa dagli stessi mezzi di informazione e dagli apparati e istituzioni delegati alla trasmissione del sapere (scuole, politica, istituzioni pubbliche).
In questo contesto, quando si parla qui della sostenibilità e del ruolo delle maggiori e più note testate giornalistiche, bisogna anche avere presente l’esistenza e il potere di un sottobosco vastissimo di produzione di informazioni ingannevoli, false, fuorvianti, o anche semplicemente “distraenti” in termini di priorità. Che agiscono solo con l’obiettivo di ottenere un numero di clic che aumenti i propri ricavi pubblicitari. Abbiamo ricordato altre volte il livello scadentissimo delle scelte di informazione fatte da alcuni “portali” di grossi provider (Libero, Tiscali, Msn…), per approfittare degli utenti che usano i loro servizi e visitano i loro siti a forza di titolazioni suggestive e accordi con discutibili siti di news.
Ma sotto ancora questa scadente offerta esiste una rete di siti mediocri costruiti con pochissimo sforzo e risorse che mettono in circolazione notizie e titolazioni palesemente false (ricordiamo sempre che nella maggior parte dei casi sul web ci si limita a leggere i titoli), costruite per attrarre le attenzioni o le preoccupazioni di chi ci si imbatta attraverso le ricerche su Google o sui social network. Al momento di scrivere questo prologo, per esempio, una ricerca su Google del nome dello storico Alessandro Barbero offre tra i primi risultati l’incidente di un suo omonimo in Piemonte ma soprattutto quest’altro titolo: “Alessandro Barbero non ce l’ha fatta: addio al re della storia italiana | Fan in lacrime, organizzata la veglia”. Il sito che lo ha pubblicato si chiama 
PiemonteTopNews e appartiene a un network di cui il sito “anti bufale” Butac si è occupato spesso: lo linkiamo perché la sua consultazione è istruttiva su un metodo micidiale di invenzione di titolazioni fuorvianti e preoccupanti sugli argomenti più diversi (““Il vitello tonnato è vietato categoricamente” | Passata l’ordinanza: muore la tradizione più antica d’Italia”).
Un sondaggio recente ha sostenuto che sei americani su dieci (tra un bacino già selezionato di “elettori registrati”) cerchino “attivamente” di informarsi: gli altri quattro dichiarano di “essere raggiunti” dalle notizie, soprattutto tramite i social network. Servirebbero molte pagine per descrivere tutte le sfumature di informazione di bassa o nessuna qualità che contribuiscono qui da noi a occupare la conoscenza della realtà da parte di un popolo di sessanta milioni di persone. Ma anche averlo presente, con occasionali promemoria, un po’ aiuta.

Fine di questo prologo.

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