domenica 2 Febbraio 2025
Pur con tutta la ovvia curiosità per le prospettive e gli sviluppi dell'”intelligenza artificiale”, pur con quel misto di allarme e speranza che vediamo ripetuto in articoli di commento e interviste da due anni – dalla presentazione di ChatGPT -, per quanto riguarda le attività dei giornali al momento lo scenario sembra ancora piuttosto limitato. Gli usi e gli esperimenti sulle “intelligenze artificiali” sono praticamente tutti concentrati sul fare più rapidamente ed economicamente le stesse cose che si facevano già prima, e finora non meglio.
È in generale un momento un po’ fermo per l’innovazione nei contesti del business giornalistico, dopo la grande trasformazione legata agli abbonamenti digitali (ancora da completare per molti), dopo le agitazioni sui “cookie” e sul declino dei ricavi pubblicitari, dopo il bicchiere mezzo pieno (di attenzioni e ascolti) e mezzo vuoto (di ricavi) della crescita dei podcast, dopo la perdita di traffico generato da Google e Facebook. Sarebbe di nuovo ora di inventarsi qualcosa, perché i problemi di sostenibilità e anacronismo dei giornali sono tutt’altro che risolti.
Fine di questo prologo.
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