domenica 24 Ottobre 2021

Anni complicati al Wall Street Journal

Il sito della Columbia Journalism Review ha pubblicato un lunghissimo e documentato articolo che fa la storia di questi anni in uno dei quotidiani più grandi e illustri del mondo, il Wall Street Journal. Dove uno dei tratti più noti e peculiari è da sempre la rigida separazione tra le pagine dei commenti e delle opinioni e quelle del giornale prodotto dalla redazione: che ha permesso la convivenza tra posizioni conservatrici spesso sfacciatamente faziose nelle prime e un giornalismo autorevole e rigoroso nelle seconde. Ma dalla prima campagna elettorale di Trump a oggi questa distinzione è andata confondendosi, con le pagine delle opinioni sempre più estreme e libere nel loro emanciparsi dai fatti e dai rigori giornalistici, e le altre sempre più soggette a interventi censori da parte della direzione del giornale, che ha una lunga storia ma dal 2007 è stato acquisito dalla grande multinazionale editoriale News Corp di Rupert Murdoch, con la garanzia di un comitato che dovrebbe vigilare sull’integrità giornalistica delle scelte maggiori. Nell’ultimo anno le contestazioni all’interno della redazione nei confronti della perdita di credibilità causata da alcuni articoli di opinionisti esterni sono cresciute, ma la proprietà e la direzione non sembrano intenzionate a cambiare regime (anzi, si dice che Murdoch stia muovendo il suo impero giornalistico americano in direzione di un appoggio a una candidatura di Trump nel 2024), pur convenendo sulla necessità che il giornale allarghi il suo potenziale pubblico: ma farlo continuando ad accontentare quello maschio, bianco e conservatore non è facile, racconta l’articolo della CJR.

Alcuni articoli del Post sulla storia e le storie del Wall Street Journal:
– I 130 anni del Wall Street Journal (2019)
– Anche al Wall Street Journal si litiga sulla sezione delle opinioni (2020)

– Il Wall Street Journal è diviso sul suo futuro (2021)

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