domenica 17 Settembre 2023

Altri messaggeri

L’eccitazione iniziale per un nuovo sito di news americano chiamato The Messenger sembra stia già per finire. La startup giornalistica, che si occupa prevalentemente di news generaliste e politica, era stata lanciata il 15 maggio di quest’anno e i principali dirigenti avevano fatto grandi proclami per i piani futuri dell’azienda: il giornale era partito con 200 dipendenti (di cui due terzi giornalisti) e nella sua crescita prevedeva di arrivare a 500 assunzioni. The Messenger aveva raccolto circa 50 milioni di dollari prima del lancio con l’obiettivo di raggiungere un fatturato di 100 milioni di dollari nel 2024. Il fondatore è l’imprenditore Jimmy Finkelstein (ricco ex editore del sito americano The Hill ) mentre presidente della società editoriale è Richard Beckman (che ha una lunga esperienza nei media, soprattutto nel gruppo Condé Nast). Ma diversi analisti dei media avevano accolto con molto scetticismo i programmi del giornale che invece di essere innovativo sembra replicare vecchi modelli giornalistici poco lungimiranti: articoli virali, clickbait, ricerca di traffico e un giornalismo superficiale. La fonte di guadagni principale scelta si basa sulla raccolta pubblicitaria, che da anni ormai si è rivelata essere insufficiente per sostenere un’azienda giornalistica. La situazione nel giornale è effettivamente peggiorata rapidamente; il magazine online Daily Beast riporta che quattro mesi dopo il lancio diversi giornalisti, giornaliste e dirigenti si stanno dimettendo o stanno cercando di andarsene: tra le cause sembrano esserci contrasti con Beckman e una pessima organizzazione interna. Nonostante i propositi di raggiungere profitti e aumentare notevolmente il fatturato «finora l’unico inserzionista di rilievo che il sito ha attirato è stato Interactive Brokers LLC, un’azienda che compra e vende azioni, obbligazioni e alcune criptovalute».

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