domenica 16 Febbraio 2025

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Il rapporto tra i mezzi di informazione giornalistici e le aziende editrici di libri è unico e anomalo, ma così radicato da non farcene percepire l’anomalia. Gli editori di libri sono appunto aziende commerciali come le altre, che come le altre producono prodotti molto diversi tra loro, destinati a clienti molto diversi tra loro, di qualità e valore molto diversi tra loro. Però, in nome di una parzialmente giustificata ragione di servizio pubblico culturale che attribuiamo ai loro prodotti, questi prodotti stessi hanno trattamenti e promozioni che sarebbero impensabili per altre aziende.
Dal punto di vista dei giornali (o dei programmi radiotelevisivi e podcast di informazione), poi, c’è un triplo interesse: uno è appunto quello del valore “morale” ed educativo della promozione della lettura dei libri; un altro è nello stesso ruolo dei mezzi di informazione, ovvero di dare notizia di argomenti e pubblicazioni potenzialmente rilevanti nell’attualità.
Un terzo, infine, è che i libri sono un “contenuto” di grande disponibilità, gratuito, e duttile (e a volte di autori attraenti per chi legge). A differenza di un piatto pronto surgelato o di un nuovo smartphone – per fare altri esempi di prodotti commerciali – un libro può riempire spazio e contenitori giornalistici con il suo stesso contenuto, appunto, che sia scritto, letto, riassunto. Ed è un contenuto libero da limitazioni d’uso, perché gli editori lo offrono volentieri alle opportunità di promozione generate dai contenitori in questione (quando poi si tratta di autori legati all’attualità, come alcuni leader politici, capita che gli uffici stampa degli editori offrano estratti diversi che i diversi quotidiani pubblicano lo stesso giorno; o che ai due quotidiani più importanti siano spartite l’anticipazione del libro e l’intervista con l’autore).
Questo rapporto di mutuo interesse si concretizza sempre più spesso su alcuni quotidiani, in questi anni di riduzione delle risorse e necessità dei suddetti contenuti a buon mercato. È molto più frequente che vengano ospitati “estratti” o “anticipazioni” di libri (ma anche trascrizioni di interventi pubblici, prefazioni, testi di convegni), che riempiono ormai non solo le pagine della Cultura. Il quotidiano Domani è una delle testate che ospitano più sovente testi estratti dai libri nelle sue appena sedici pagine quotidiane; ma giovedì Repubblica ne ha addirittura pubblicati due uno dopo l’altro, nella stessa edizione di giovedì (dai libri in uscita di Elena Stancanelli e – la prefazione di Romano Prodi – di Sylvie Goulard).

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