Soundreef ha trovato un modo per operare in Italia

La società che vuole fare concorrenza a SIAE nella raccolta dei diritti d'autore dice che il monopolio è finito

Davide D'Atri, amministratore delegato di Soundreef, con Fedez alla conferenza stampa in cui hanno annunciato l'accordo con Lea. (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Davide D'Atri, amministratore delegato di Soundreef, con Fedez alla conferenza stampa in cui hanno annunciato l'accordo con Lea. (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Davide D’Atri, fondatore e amministratore delegato di Soundreef, una società che si occupa della raccolta dei diritti d’autore, ha annunciato un accordo con una nuova società che le consentirà di iniziare a operare nel mercato italiano, come prova a fare da anni andando contro il monopolio di SIAE. La nuova società si chiama Liberi editori autori (Lea) ed è stata creata appositamente per sfruttare la parziale liberalizzazione del mercato dei diritti d’autore in Italia arrivata lo scorso ottobre con la legge di bilancio. Il rapper Fedez, il più noto artista che ha affidato la raccolta dei propri diritti a Soundreef, ha detto: «Si doveva rompere un monopolio e un sistema che agevolava pochi soggetti e i soliti. Oggi sono contento di poter rivendicare di essere stato in prima linea con Soundreef in questa battaglia tra Davide e Golia».

La raccolta dei diritti d’autore è la cosa che permette agli artisti di essere pagati ogni volta che le loro opere vengono usate da terzi, per esempio quando una canzone viene suonata in radio o usata per uno spot pubblicitario. In Italia la raccolta dei diritti d’autore è affidata a SIAE, che per una legge del 1941 ha il monopolio in Italia sulla raccolta dei diritti d’autore ma che è da tempo accusata di una gestione non trasparente delle sue attività e di esagerate e obsolete lentezze burocratiche. Soundreef è stata fondata nel 2011 da due italiani e si occupa prevalentemente della raccolta di diritti in Italia, ma ha sede nel Regno Unito perché la legge italiana non le consente di operare formalmente in Italia.

Una direttiva del parlamento europeo del 2014 aveva dato però la possibilità a tutti gli artisti di affidare la raccolta dei diritti d’autore a qualsiasi società volessero: ma il governo italiano, e in particolare il ministro della Cultura Dario Franceschini, sono sempre stati dalla parte di SIAE, ritenendo che il mercato dei diritti d’autore funzioni meglio quando è gestito da un singolo grande operatore, invece che da molti più piccoli. Hanno quindi recepito la direttiva soltanto in parte: hanno consentito la nascita di altre società di raccolta dei diritti d’autore, a patto che fossero non profit.

Soundreef ha quindi annunciato l’accordo con Lea, una nuova società non profit formata da autori, editori e professionisti italiani del settore musicale che si occuperà della raccolta dei diritti d’autore degli 11mila artisti italiani iscritti a Soundreef, tra i quali ci sono anche J-Ax, Gigi D’Alessio, 99 Posse, Enrico Ruggeri e Fabio Rovazzi. Lea lavorerà in modo simile a Soundreef, il cui grande vantaggio rispetto a SIAE è che fornisce agli artisti una rendicontazione dettagliata e analitica della provenienza dei loro diritti d’autore (quanti dalla radio, quanti dalla tv, quanti dai locali, eccetera). Soundreef promette poi di pagare gli artisti in poche settimane, rispetto ai molti mesi impiegati da SIAE. Lea verrà pagata da Soundreef per questo servizio, e si impegnerà a comprare parte delle tecnologie in possesso di Soundreef per la raccolta dei diritti.

Prevedibilmente, SIAE ha protestato contro il sistema messo in piedi da Soundreef per adattarsi alla legge e poter operare in Italia: in un comunicato ha detto che «non si è mai vista una organizzazione di autori ed editori “telecomandata” da una società a scopo di lucro, che non rispetta la trasparenza, i controlli e gli obblighi imposti dalla legge. Siamo certi che le Istituzioni e le Autorità preposte verificheranno questa evidente finzione in conflitto di interessi». Ma le principali perplessità intorno alla soluzione trovata da Soundreef riguardano l’evidente impossibilità di lavorare in Italia con la stessa efficacia di SIAE, che ha a sua disposizione una capillare rete di agenti per il controllo dei locali, delle feste più piccole, delle discoteche, che secondo una stima di Soundreef rappresentano l’8 per cento del mercato.