• Mondo
  • Sabato 5 agosto 2017

Troveremo sempre più corpi sui ghiacciai svizzeri

Colpa del riscaldamento globale, che causa la recessione di ghiaccio e nevi perenni: nelle ultime settimane ci sono già stati due importanti ritrovamenti

(OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)
(OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)

Tra le tante altre cose, il riscaldamento globale sta anche causando un più veloce scioglimento dei ghiacciai alpini, e in particolare nelle alpi svizzere. Una delle conseguenze è che nei prossimi mesi e anni saranno trovati decine di corpi delle persone scomparse su quei ghiacciai negli ultimi anni o decenni. Christian Zuber – un portavoce della polizia del Cantone Vallese, nel sud-ovest della Svizzera – ha detto al Guardian che la cosa «è ormai evidente» e ha aggiunto che si pensa di ritrovare molte delle 306 persone che dal 1925 a oggi risultano disperse da quelle parti. La stessa cosa potrebbe succedere anche in altri ghiacciai, per esempio quelli del massiccio del Monte Bianco, al confine tra Italia e Francia.

Di ritrovamenti di corpi sui ghiacciai svizzeri si parla da almeno qualche settimana: a metà luglio sono stati trovati i corpi congelati di Marcelin e Francine Dumoulin, una coppia svizzera scomparsa 75 anni fa nel ghiacciaio Tsanfleuron del Cantone Vallese, nel sud-ovest della Svizzera; a fine luglio sono stati trovati sul Monte Bianco dei resti umani che potrebbero appartenere ai morti di due vecchi incidenti aerei; all’inizio di questa settimana è comparso sul ghiacciaio svizzero Hohlaub, vicino Saas Fee, il corpo di un uomo tedesco di cui si erano perse le tracce nel 1987.

Come ha scritto il Guardian, «i ghiacciai svizzeri si stanno sciogliendo a un ritmo che non ha precedenti: solo l’anno scorso hanno perso circa un chilometro cubo di volume». Nel 1850 coprivano 1735 chilometri quadrati di superficie: ora quella superficie si è praticamente dimezzata ed è di 890 chilometri quadrati.

Zuber, il portavoce della polizia, ha detto che in ogni caso è un «grande sollievo» trovare un ulteriore corpo: perché nonostante tutto faccia pensare che certe persone siano morte, alcune famiglie non riescono ad accettare del tutto la notizia e se il corpo non viene ritrovato «continuano a non sapere al 100 per cento se il loro caro è davvero morto in montagna». Nella maggior parte dei casi i corpi vengono visti appena il ghiacciaio – che li ha conservati grazie al freddo – si ritira e vengono di conseguenza portati in un centro che li possa identificare.

Christian Jackowski, uno scienziato dell’istituto di medicina forense dell’università di Berna, in Svizzera, ha detto che d’estate, quando si ritirano i ghiacciai, il riconoscimento di corpi è ormai un’attività piuttosto comune dell’istituto. Jackowski ha anche spiegato che un tempo i corpi venivano trovati in cima ai ghiacciai, mentre ora li si trova nella parte inferiore, quella che si ritira. Lo stato di conservazione dei corpi dipende da cosa gli è successo prima che il ghiacciaio li coprisse: in alcuni casi si trovano solo scheletri, in altri i corpi sono “come mummificati”.

Fatta eccezione per i corpi delle persone morte negli incidenti aerei –  entrambi di voli di Air India: uno nel 1950, in cui morirono 48 persone, e uno nel 1966, in cui morirono 117 persone – la maggior parte appartengono a persone che erano cadute, scivolati o morte di freddo. Fra gli altri sono stati ritrovati corpi di soldati francesi o tedeschi (la Svizzera rimase neutrale, ma sulle sue montagne ci furono comunque scontri fra eserciti).