Stasera cinema?

"Civiltà perduta", un film d'avventura diverso dal solito, o il nuovo "Transformers", se siete preparati a vedere insieme Mago Merlino e robot-dinosauri

(Da "Transformers - L'ultimo cavaliere")
(Da "Transformers - L'ultimo cavaliere")

I tre film più importanti usciti questa settimana si possono chiaramente mettere in ordine di numero-di-cose-che-succedono e vivacità generale. Parliamo delle mie donne, del regista francese Claude Lelouch è un film d’autore: qualcuno direbbe lento, qualcun altro ragionato e toccante. Ci sono cene e paesaggi alpini. Civiltà perduta è di certo più movimentato, con colpi di scena e scene d’avventura in Amazzonia. E poi c’è Transformers – L’ultimo cavaliere, che è un film di Michael Bay ed è quindi pieno zeppo di cose che esplodono, cose ancora più grosse che se le danno a più non posso, cose enormi che fanno dei gran rumori e immagini che si susseguono frenetiche (anche troppo, secondo qualcuno). Ci sono anche Re Artù e Mago Merlino, coi Transformers.

Transformers – L’ultimo cavaliere

È il quinto film della saga sui robot alieni del pianeta Cyberton, ispirata alla linea di giocattoli della Hasbro. Il regista è lo stesso di tutti i precedenti: Michael Bay, uno famoso per quanto gli piacciono le esplosioni, le scene d’azione incasinate e un montaggio serratissimo. Come ha scritto Paolo D’Agostini su Repubblica, «chi non ha piena familiarità con i precedenti rinunci, vedendo questo numero 5, L’ultimo cavaliere, a capire tutto e cogliere ogni riferimento, per abbandonarsi al rumoroso e colorato spettacolo in 3D. […]. Il succo è che questi alieni non sono tutti uguali, ci sono quelli buoni e quelli cattivi da neutralizzare». Così come nel quarto film, anche qui ci sono dei robot-dinosauri; in più in questo ci sono anche Re Artù e Mago Merlino, e si passa pure da Stonehenge. Come nel quarto film ci sono Mark Wahlberg e Stanley Tucci; Josh Duhamel, Tyrese Gibson e John Turturro ritornano invece dopo esserci stati nei primi tre. Il più notevole nuovo arrivato è Anthony Hopkins, che quest’anno sarà anche in Thor: Ragnarok della Marvel. Il film è costato 260 milioni di dollari e ne sono già previsti altri tre, il primo dei quali uscirà nel 2019. Bay ha detto che lascerà la regia ad altri, ma in realtà l’aveva già detto dopo il quarto, quindi chissà.

Come ha scritto Andrea Fornasiero di MyMovies, «non c’è al mondo un cinema capace di riempire gli occhi con immagini di tale maestosità spettacolare come quello di Michael Bay, allo stesso tempo non c’è neppure un cinema così implacabile nello stimolare continuamente lo spettatore, in una batteria di effetti speciali e brevissime inquadrature che alla lunga risultano spossanti». Bay è famoso per le sue esagerazioni, per le sue cose tamarre. A qualcuno piace proprio per questo, ma è anche il motivo per cui la gran parte dei critici parla malissimo dei suoi film. Mike Ryan di Uproxx ha scritto: «Non ho prove per dire che L’ultimo cavaliere potrebbe distruggere le cellule del vostro cervello, ma non sarei sorpreso se succedesse. Posso però dire con assoluta certezza che dopo averlo visto avrete un gran mal di testa». Peter Travers di Rolling Stone ha scritto: «Ogni volta che Michael Bay dirige un nuovo Transformers, il cinema muore un po’. Gli altri blockbuster di quest’estate sembrano, al confronto, dei capolavori». Neil Genzlinger del New York Times è stato più buono e ha detto che non è il peggiore tra i Transformers, e comunque c’è Anthony Hopkins. Bilge Ebiri di Village Voice ha scritto che nel film succede questo:

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Civiltà perduta

Negli Stati Uniti è uscito ad aprile, incassando poco ma ottenendo buone recensioni, ed è un film d’avventura ambientato nella foresta Amazzonica e tratto da Z. La città perduta di David Grann, un saggio sulla storia vera dell’ex spia ed esploratore britannico Percy Harrison Fawcett, che cercò a lungo la città perduta di Z (che lui credeva essere la famosa El Dorado), scomparendo nel 1925. Il protagonista è Charlie Hunnam, che di recente è stato Re Artù in King Arthur – Il potere della spada. Ha ottenuto il ruolo dopo che Brad Pitt l’aveva rifiutato e dopo che Benedict Cumberbatch, che nel frattempo l’aveva accettato, aveva poi preferito fare un altro film. Nel cast ci sono anche Robert Pattinson e Sienna Miller. Il regista è James Gray, quello di Two Lovers, un film drammatico con Joaquin Phoenix e Gwyneth Paltrow.

L’88 per cento delle quasi 200 recensioni messe insieme da Rotten Tomatoes parla del film in modo positivo e nel fare la sintesi dell’opinione prevalente il sito ha scritto che ricorda i grandi classici del cinema d’avventura e che Hunnam è grandioso per come riesce a rendere la complessità di Fawcett. A proposito di grandi classici: il film è girato in pellicola e non in digitale, come ormai succede piuttosto di rado. Francesco Alò del Messaggero ha scritto che si vede che Gray è “ossessionato” da altri famosi film ambientati nella giungla e cita come esempio Apocalypse Now di Francis Ford Coppola e Aguirre, furore di Dio, un film del 1972 diretto da Werner Herzog.

Parliamo delle mie donne

Certi film, come Civiltà perduta, arrivano in Italia un paio di mesi dopo essere passati negli Stati Uniti. Più raramente capita che un film arrivi in Italia anni dopo la sua uscita nel suo paese: questa volta è successo con questo film francese del 2014, nei cinema italiani da giovedì. Parla di un famoso fotografo di guerra (interpretato dall’attore e cantate Johnny Hallyday) che ha quattro figlie – Primavera, Estate, Autunno e Inverno – avute da donne differenti e delle quali non si cura molto. A un certo punto decide di trasferirsi da Parigi in un paesino di montagna vicino al Monte Bianco. Un amico e l’aria di montagna lo spingono a provare a riconciliarsi con le sue figlie, solo che per riunirle tutte dice loro una bugia.

Il regista del film è Claude Lelouch, che ha 84 anni, ha diretto più di 40 film e negli anni Sessanta vinse due Oscar – Film straniero e Sceneggiatura – e la Palma d’oro per il film Un uomo, una donna. Di lui, Le Monde ha scritto che «se non esistesse bisognerebbe inventarlo». Sul Corriere della Sera Maurizio Porro ha scritto: «Cinema romantico a più voci, elegante nella fluidità dei piani sequenza e dei panorami, molto Mulino Bianco nei festosi e rustici pranzi, vino rosso e Moustaki, con omaggio a Un dollaro d’onore».

D’estate si riducono un po’ le nuove uscite, perché gli spettatori tendono a prenderseli quasi tutti i filmoni con esplosioni e robot-dinosauri. Tra le poche di questa settimana ci sono la commedia italiana Girotondo di Tonino Abballe e The Habit of Beauty, un film drammatico di Mirko Pincelli.