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  • Lunedì 12 giugno 2017

L’Iran sta già approfittando della crisi in Qatar

Sta mandando tonnellate di cibo ai qatarioti isolati dal resto del Golfo Persico, sperando di mantenere divisi gli arabi sunniti

Una donna iraniana di fronte a un ufficio della Qatar Airways a Teheran (ATTA KENARE/AFP/Getty Images)
Una donna iraniana di fronte a un ufficio della Qatar Airways a Teheran (ATTA KENARE/AFP/Getty Images)

Negli ultimi giorni l’Iran ha mandato centinaia di tonnellate di cibo in Qatar, soprattutto frutta e verdura, per alleviare gli effetti dell’isolamento imposto ai qatarioti da alcuni paesi arabo sunniti del Golfo Persico, tra cui l’Arabia Saudita. Non è chiaro quanto cibo sia stato mandato finora, ma l’Iran ha annunciato di avere intenzione di inviarne 100 tonnellate al giorno usando gli aerei di Iran Air, la compagnia di bandiera iraniana. La mossa iraniana, hanno scritto alcuni analisti, è il primo tentativo del governo di Teheran di inserirsi nella crisi che coinvolge il Qatar e che è stata definita la peggiore nella regione dal 1990, anno della Prima guerra del Golfo, quella che iniziò con l’invasione del Kuwait decisa dall’allora presidente iracheno Saddam Hussein. L’Iran, in pratica, potrebbe avere iniziato a sfruttare le divisioni tra i paesi arabo sunniti a proprio vantaggio, avvicinandosi al Qatar e inducendolo a prendere ulteriormente le distanze dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati.

qatarIl Qatar in rosso (Il Post)

La crisi nel Golfo era cominciata il 5 giugno, quando diversi paesi arabo sunniti avevano annunciato di avere rotto tutti i rapporti con il Qatar, anch’esso uno stato dove l’Islam sunnita è maggioritario, accusandolo di sostenere il terrorismo. Accuse simili erano state rivolte al Qatar negli anni passati e già nel 2014 c’era stata una grossa crisi, anche se non ai livelli di gravità di quella odierna. Tra le altre cose, il Qatar è stato accusato di essere troppo vicino all’Iran, paese a stragrande maggioranza sciita e principale nemico dell’Arabia Saudita, e di sostenere gruppi considerati terroristici come il libanese Hezbollah, il palestinese Hamas, e alcune milizie islamiste radicali che combattono in Siria contro il presidente siriano Bashar al Assad.

La decisione dell’Iran di mandare cibo in Qatar è molto importante per due ragioni. La prima è che il Qatar confina solo con l’Arabia Saudita, e quindi la chiusura dei confini terrestri, unita al blocco delle rotte marittime e aeree, rende l’isolamento particolarmente problematico. La seconda è che il Qatar è un paese che dipende fortemente dalle importazioni di molti beni diversi. È per questa ragione che nelle ore successive all’annuncio della rottura dei rapporti diplomatici moltissimi qatarioti avevano riempito i supermercati per fare scorte di cibo: temevano di rimanere senza i beni di prima necessità. L’Iran non si è limitato a mandare rifornimenti di cibo, comunque: ha anche aperto il suo spazio aereo ai voli del Qatar, dopo la chiusura degli spazi aerei di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.

Il blocco delle importazioni di cibo non è l’unica conseguenza importante seguita alla rottura dei rapporti diplomatici con il Qatar. La crisi rischia anche di dividere migliaia di famiglie del Golfo Persico nelle quali c’è almeno un membro cittadino del Qatar, visto che tra le misure adottate dai paesi arabo sunniti della regione c’è anche l’espulsione di tutti i cittadini qatarioti dal proprio territorio nazionale. Altre misure punitive sono già state adottate: per esempio tutti i canali di Al Jazeera Media Network, il grande network con base in Qatar e in parte di proprietà della famiglia reale qatariota, sono stati rimossi dalle liste dei canali satellitari visibili negli hotel e nelle altre strutture turistiche dell’Arabia Saudita. Le attività del servizio postale nazionale degli Emirati Arabi Uniti che coinvolgono il Qatar sono state sospese. Inoltre l’8 giugno Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti ed Egitto hanno diffuso un comunicato nel quale hanno designato “terroristici” un certo numero di individui e organizzazioni benefiche, limitandone le attività: il Qatar ha negato le accuse.