Una città, cinque manifestazioni

Mattia Feltri racconta di una giornata passata a Roma fra euroscettici moderati e intransigenti, pensionati, sovranisti, europeisti e sottogruppi vari

( VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
( VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)

Sulla Stampa di oggi, Mattia Feltri ha provato a raccontare le innumerevoli manifestazioni che si sono tenute ieri a Roma in occasione del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Feltri racconta che per strada c’erano un po’ tutti: dagli euroscettici moderati di “la nostra Europa” a quelli intransigenti di “Eurostop” passando per i pensionati della UIL, i sovranisti di Giorgia Meloni, gli europeisti convinti e diversi altri sottogruppi.

Alle dieci a piazza Vittorio Emanuele II, Esquilino, i pensionati della Uil si fotografano con le bandiere del sindacato ridipinte di blu e stelline unioniste. Berretti blu, foto in posa con le rappresentanze dei lavoratori del legno. Arrivano gli altri, tutti pezzi di una fantastica Italia dei mille campanili e soprattutto dei mille vessilli, Legambiente, Cgil, Sinistra Italiana col segretario Nicola Fratoianni e la guest star Yanis Varoufakis, il Partito del Sud progressista e borbonico, Sinistra anticapitalista, Rifondazione comunista, Europa socialista, paysan francesi assieme a campesinos boliviani, integrazionisti belgi, ragazzi inglesi della Bremain.

Ognuno ha la sua imprescindibilità da sventolare. Sarebbe la piazza degli europeisti, ma non questa Europa però. «I braccianti vogliono un’Europa più giusta». Si distribuisce il quindicinale La Comune, giornale umanista socialista che sì, perché no?, si rifà anche alla Comune di Parigi e non vuole l’Europa dei padroni e dei robot. «Oltre il lavoro ci rubano l’anima». La Fiom raccoglie firme per il referendum anti voucher, già aboliti. Greenpeace dice no a quest’Europa che lorda l’acqua e l’aria. Parte l’eterna Bella Ciao nella sublime versione rock dei Modena City Ramblers, e poi, per non dimenticare dove siamo, Contessa di Paolo Pietrangeli.

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