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  • Sabato 3 dicembre 2016

Trump ha fatto uno sgarbo alla Cina

Ha sentito al telefono la presidente di Taiwan, con cui gli Stati Uniti avevano interrotto i rapporti nel 1979 per favorire quelli col governo di Pechino

(AP Photo/Evan Vucci, Chinag Ying-ying, File)
(AP Photo/Evan Vucci, Chinag Ying-ying, File)

Donald Trump, il presidente eletto degli Stati Uniti, ha sentito al telefono la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, che lo ha contattato per congratularsi della vittoria. La telefonata è una notizia perché Trump è diventato il primo presidente o presidente eletto ad aver parlato con un leader taiwanese dal 1979, cioè da quando gli Stati Uniti interruppero i rapporti con Taiwan come parte del riconoscimento reciproco con la Cina. Non è ancora chiaro se quello di Trump sia stato un equivoco o una provocazione: il New York Times sostiene che secondo alcune fonti che hanno rapporti con Taiwan, è molto improbabile che la chiamata sia avvenuta senza un contatto precedente fra le due parti. Poche ore più tardi, Trump ha difeso su Twitter la telefonata, sottolineando che è stata Tsai Ing-wen a chiamarlo e che comunque esistono già rapporti commerciali e militari fra i due paesi.

Lo stato di Taiwan è costituito dalla grande isola di Taiwan, o Formosa, e diverse isole minori, in cui abitano circa 23 milioni di persone. Taiwan è nata quando sull’isola omonima si rifugiò il capo della allora Repubblica di Cina, Chiang Kai-shek, sconfitto nel 1949 dai rivoluzionari comunisti guidati da Mao Tse-tung dopo una guerra civile durata vent’anni. Taiwan non ha mai smesso di proclamare la sua legittima autorità sull’intera Cina, così come la Cina vede in Taiwan una provincia separatista che andrebbe ricongiunta al resto del paese. Le relazioni tra i due paesi sono rimaste molto aspre, e i rispettivi presidenti si sono incontrati per la prima volta nella storia solamente nel novembre 2015. Dal 1979 gli Stati Uniti riconoscono come interlocutore ufficiale solamente il governo cinese, sostenendo implicitamente la loro istanza di legittimità sul territorio di Taiwan.

La telefonata fra Trump e Tsai Ing-wen è durata circa dieci minuti: secondo i portavoce di Tsai, i due hanno parlato di come promuovere lo sviluppo economico sull’isola e di rafforzare le sue difese. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha definito la telefonata come un “dispetto” portato avanti dal governo taiwanese, che non cambierà le relazioni fra Cina e Stati Uniti. Diversi osservatori hanno definito la telefonata come una “provocazione”: Carrie Gracie, il capo dell’ufficio di Pechino di BBC, ha spiegato ad esempio che da qualche settimana la classe dirigente cinese stava ancora cercando di inquadrare Trump, e che «questa mossa trasformerà i loro timori in rabbia e preoccupazione». A dire il vero in campagna elettorale Trump è stato molto chiaro – e duro – nei confronti della Cina, che ha accusato di aver inventato la “bufala” del riscaldamento globale e minacciato di danneggiare con una tassa apposita sui loro prodotti.

 

Le conseguenze di questo gesto, comunque, non sono ancora chiarissime, come non è ancora chiaro se Trump condurrà allo stesso modo la politica estera della sua amministrazione, anteponendo i rapporti commerciali a quelli strategici.