Cosa pensa uno dei sopravvissuti di Utøya della sentenza a favore di Breivik

«Mostra che il nostro sistema giudiziario funziona e fa rispettare i diritti umani anche nelle condizioni più difficili»

Anders Breivik. (AP Photo/NTB scanpix, Stian Lysberg Solum,)
Anders Breivik. (AP Photo/NTB scanpix, Stian Lysberg Solum,)

Bjørn Ihler è un regista e attivista norvegese, noto – oltre che per il suo lavoro – per essere uno dei sopravvissuti della strage di Utøya, quando Anders Breivik nel luglio 2011 uccise decine di sostenitori del partito laburista norvegese che si trovavano per un soggiorno estivo su un’isola poco distante da Oslo. Breivik puntò la sua arma su Ihler e gli sparò, mancandolo; Ihler ha testimoniato contro di lui in tribunale. Ieri Breivik ha vinto una causa contro il governo norvegese per la violazione dei suoi diritti fondamentali durante la sua detenzione in carcere. Ihler ha commentato così la sentenza su Twitter:

«Il fatto che il tribunale abbia dato ragione a Breivik mostra che il nostro sistema giudiziario funziona e fa rispettare i diritti umani anche nelle condizioni più difficili»

Breivik aveva scritto una lettera ai media norvegesi includendo tra i presunti soprusi anche il fatto che il caffè della mensa venisse servito freddo, che la sua cella non avesse una vista, che non aveva abbastanza burro per il pane e che non gli era permesso usare una crema idratante. Il tribunale di Oslo che si è occupato del processo ha dato ragione a Breivik sulla violazione dei diritti umani relativamente alla detenzione in isolamento. Breivik non può avere contatti con altre persone ma ha a sua disposizione tre celle, videogiochi e macchine per fare esercizio fisico. Al momento sta scontando per terrorismo ed omicidio volontario una pena di 21 anni – il massimo nell’ordinamento norvegese – estendibile se al suo termine sarà ritenuto ancora pericoloso.

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