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  • Domenica 15 novembre 2015

Le cose certe, dubbie e false sugli attentati di Parigi

Sappiamo che c'erano almeno sette attentatori, ma non sappiamo se altri siano riusciti a scappare: sappiamo anche che non c'è stato alcun attacco a Les Halles

Due giorni dopo gli attentati di Parigi in cui sono morte almeno 130 persone, ci sono ancora molte cose poco chiare, soprattutto riguardo a chi li ha compiuti e come sono stati organizzati. Ma qualcosa in più rispetto a due giorni fa si sa: Le Monde ha fatto una breve lista delle cose che sappiamo per certo, quelle di cui non siamo ancora sicuri e quelle che invece sono false, nonostante siano circolate molto negli ultimi due giorni.

Le cose certe
I terroristi erano almeno sette, di questo siamo sicuri, come del fatto che questi sette sono tutti morti dopo aver azionato le loro cinture esplosive. Tre hanno attaccato lo Stade de France; tre hanno attaccato il Bataclan, lo storico locale di Parigi dove si stava tenendo un concerto di una band californiana e dove sono state uccise almeno 89 persone; il settimo attentatore si è fatto esplodere in un locale del centro città.

Finora sono stati identificati due attentatori, ma le autorità hanno diffuso il nome di uno solo dei due: Omar Ismail Mostefai, un cittadino francese di 30 anni con alcuni precedenti penali e conosciuto per le sue simpatie verso l’islamismo radicale e per avere trascorso un periodo in Siria tra il 2013 e il 2014. Il ministro degli Interni francese ha detto: «gli attacchi di Parigi sono stati preparati all’estero da un gruppo di persone che stava in Belgio» e «le persone che hanno preparato gli attacchi non erano note ai servizi segreti francesi».

L’attacco è stato rivendicato dall’ISIS (o Stato Islamico) e i terroristi del Bataclan hanno fatto riferimento alla Siria e all’Iraq durante alcuni brevi negoziati che hanno avuto con la polizia. Sette persone sono state interrogate in Belgio in collegamento con gli attacchi di Parigi. Altri sette tra parenti e amici Mostefai sono stati interrogati in Francia. A Montreuil, poco fuori Parigi, è stata ritrovata una macchina usata negli attentati con dentro tre fucili d’assalto.

Le cose di cui non siamo certi
Non siamo certi che ci sia un rifugiato siriano tra i terroristi. Sappiamo che un passaporto siriano registrato in Grecia lo scorso 3 ottobre è stato trovato vicino al corpo di un terrorista allo Stade de France. Il passaporto farebbe pensare a un siriano arrivato in Francia seguendo la “rotta balcanica” utilizzata da centinaia di migliaia di altri migranti. Al momento però non ci sono certezze, anzi, secondo fonti di intelligence americana il passaporto ritrovato sarebbe falso.

Vari giornali francesi e belgi, scrivono che le indagini nei due paesi si stanno orientando verso un gruppo di tre fratelli francesi, ma residenti in Belgio. Uno di loro è tra i sette arrestati in Belgio, ma non è chiaro chi siano e dove si trovino gli altri due. È possibile che uno dei tre sia l’uomo che è stato visto fuori da Bataclan prima dell’attacco e che è attualmente ancora ricercato. L’uomo però potrebbe anche far parte del cosiddetto “terzo gruppo”. I sette terroristi uccisi, infatti, sono ritenuti responsabili degli attacchi suicidi allo Stade de France, dell’attacco al Bataclan e di un altro attacco suicida in un ristornate. Non è chiaro chi, negli stessi minuti, ha compiuto gli attacchi contro diversi altri ristoranti, sparando da un’auto in corsa.

Le cose false
Non è invece vero che al Bataclan siano stati uccisi quattro poliziotti. Non è vero che nella notte tra venerdì e sabato ci siano stati attacchi a Les Halles, Belleville, al Trocadéro, a Place de la République o nel comune di Vincennes vicino Parigi. Non è vero nemmeno che durante gli attacchi sia cominciato un incendio doloso al campo profughi di Calais.