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  • Martedì 6 ottobre 2015

Il libro del coniglio che fa addormentare i bambini

È pieno di accorgimenti che invitano i bambini a rilassarsi, secondo molti genitori funziona; in Italia è uscito il 13 ottobre

di Nora Krug – Washington Post

Per i genitori è il santo Graal delle favole della buonanotte: un libro che faccia davvero addormentare i figli. Sembra troppo bello per essere vero? E invece esiste, perlomeno secondo Carl-Johan Forssen Ehrlin, autore del libro di culto The Rabbit Who Wants to Fall Asleep, che il 13 ottobre uscirà anche in Italia, pubblicato da Mondadori con il titolo Il coniglio che voleva addormentarsi. Ehrlin ha 37 anni e ha lavorato per anni come motivatore per la crescita personale e consulente di comunicazione in Svezia. Racconta che il suo libro è una storia illustrata di 32 pagine che gli è venuta in mente mentre guidava in macchina e sua mamma sonnecchiava a fianco, e che offre un modo totalmente nuovo di far tacere e addormentare anche il più capriccioso dei bambini. «Fa concentrare il bambino su come rilassarsi e addormentarsi, invece di parlare», ha detto Ehrlin in un’intervista al telefono. Migliaia di genitori sono stati attirati da questa affascinante promessa.

Ehrlin ha pubblicato il libro a sue spese: in agosto è salito ai primi posti della classifica dei bestseller su Amazon nel Regno Unito, negli Stati Uniti ha avuto un successo di nicchia ed è stato tradotto in svariate lingue. Venerdì sarà pubblicato dalla casa editrice Random House accompagnato dall’audiolibro. Ehrlin, i cui libri precedenti sono testi in svedese sulla leadership e la crescita personale, ha firmato un accordo per pubblicare tre libri negli Stati Uniti con Random House e nel Regno Unito con Penguin Random House: prevedono anche un’edizione aggiornata del Coniglio (Ehrlin e il suo agente non hanno commentato l’ammontare dell’anticipo ricevuto dalla casa editrice, anche se Ehrlin ha detto che ha permesso a sua moglie di lasciare il suo lavoro di sviluppatrice web).

La nuova versione del libro – leggermente aggiornata, con un design rinnovato in copertina e qualche ritocco interno – è accompagnata dalla promessa di «un nuovo modo di far addormentare i bambini». Com’è possibile che questo libro riesca dove hanno fallito latte caldo, ciucci, musica dolce e migliaia di altri libri?

«Dentro non c’è alcuna magia», spiega Ehrlin. Ma c’è qualcosa di scientifico. L’autore non ha una laurea avanzata in psicologia ma ha consultato gli esperti su come massimizzare l’effetto calmante dei libri. Uno di loro è Matt Hudson, un ipnotizzatore che vive in Regno Unito e che ha scritto il libro – anche in questo caso pubblicato a proprie spese – Kids: Now They Come With a Manual. Secondo lui il libro di Ehrlin è «pieno di suggestioni post-ipnotiche» – si serve cioè di un linguaggio pensato per indurre una sensazione o una reazione fisica – «e ordini camuffati per incoraggiare e invogliare l’ascoltatore a dormire».

coniglio Effettivamente il linguaggio del libro sembrerà familiare a chiunque abbia fatto un corso di meditazione: invita a respirare profondamente, a sentire il corpo pesante, a mettere da parte le preoccupazioni e ad ascoltare molte versioni di un unico concetto: «Ti sta venendo sonno». Anche se Ehrlin dice che il testo non vuole avere effetti ipnotici, a volte non sembra molto lontano dall’orologio da taschino utilizzato da James Braid, il padre dell’ipnotismo.

Il libro si apre con le istruzioni su come e quando leggerlo: per prima cosa «il bambino dovrebbe far sfogare l’energia in eccesso prima di ascoltare la storia». Chi lo legge invece deve essere preparato a entrare in scena. I consigli suggeriscono una recitazione melodica: le parole in grassetto devono essere pronunciate con vigore; quelle in corsivo devono venire invece sussurrate. Ci sono punti specifici in cui chi legge deve inserire il nome del bambino o sbadigliare, e comunque deve anche servirsi della sua migliore “voce da fiaba”: in questo modo i bambini sono scoraggiati dal guardare le immagini, cosa che secondo Ehrlin non li farebbe rimanere distesi.

La storia in sé è un semplice racconto su un coniglio dall’aria stanca di nome Roger (nessuna relazione con quello del film) che vuole addormentarsi ma non ci riesce. Il coniglio dalle orecchie cascanti fa un viaggio dove incontra personaggi come Zio Sbadiglio e il Gufo-occhi-pesanti, tutto nel tentativo di farlo sentire stanco, ma stanco, così stanco. Ehrlin – che ha letto il libro a suo figlio di due anni Leo da quando era nella pancia della mamma – spiega che la storia ha l’effetto automatico di rilassare chi la ascolta. Il libro è rivolto ai bambini piccoli in età prescolare, ma secondo Ehrlin può funzionare con chiunque e a volte ha aiutato anche lui: anche se negli ultimi tempi non ha avuto poco tempo per sonnecchiare.

Negli ultimi mesi infatti lui e la moglie hanno passato le sere cercando di restare al passo con le richieste del libro ricevute via mail e su Facebook. Fino a poco tempo fa, infatti, Ehrlin regalava copie sul suo sito perché «ci sono persone che hanno bisogno di aiuto e non possono comprarlo». Ora però quei piccoli insonni dovranno spendere 15,99 dollari (circa 14 euro) per mettere le mani sul libro, e 9,99 dollari (quasi 9 euro) per l’audiolibro. Alcune copie dell’edizione originale sono state vendute online fino a 120 dollari (un po’ più di cento euro) mentre in Italia si può ordinare l’edizione cartacea su Amazon a 12,67 euro.

Molti sono rimasti sorpresi dal successo del Coniglio. Un articolo pubblicato da poco su Publisher’s Weekly, un settimanale rivolto a case editrici, librerie e agenti letterari, si chiedeva se i numeri delle vendite fossero stati gonfiati. La cosa è stata negata da Amazon, che è intervenuto nelle discussioni sui social network. Lo stesso Ehrlin è stupito dal suo successo. «Mi sto dando i pizzicotti per vedere se mi sveglio», dice mentre si prepara a iniziare un tour negli Stati Uniti. Quello che è iniziato nove anni fa come una serie di scarabocchi sgualciti su un fazzoletto è diventato una bozza che ha richiesto tre anni di lavoro.

Prima di pubblicare il libro in Svezia, nel 2011, Ehrlin lo testò sui bambini. «Ottenemmo dei risultati stupefacenti», dice, sottolineando soprattutto il caso di un bambino dal carattere difficile che dopo aver ascoltato la storia si addormentava rapidamente giorno dopo giorno. Incoraggiato, Ehrlin decise di testare le acque pubblicando il libro a sue spese, e lo fece arrivare in qualche libreria in Svezia. Le copie stampate nella prima edizione erano circa 5.000, niente a che vedere con le 300mila copie che Random House prevede per la prima edizione statunitense. «All’inizio abbiamo faticato parecchio», ricorda, ma grazie al passaparola tra genitori e librai si è creato un certo interesse. Alla fine, in agosto, il libro è «diventato un fenomeno».

Le risposte al Coniglio sono state diverse. Alcuni genitori hanno scritto lodi a fiumi tra le recensioni di Amazon e sul sito di Ehrlin, accompagnate da foto dei figli addormentati. «Voglio ringraziarvi per averci aiutati a far addormentare nostro figlio di due anni e mezzo in meno di dieci minuti, anziché con le due ore che ci volevano prima ogni sera», si legge per esempio in un commento. Altri genitori sono rimasti invece delusi. Leggere il libro – richiede circa 20 minuti senza interruzioni – è per alcuni adulti un’esperienza più simile a una rappresentazione teatrale che a una ninnananna.

Una bambina di tre anni – figlia di una giornalista del Washington Post — ha ascoltato la storia ma non voleva restare distesa. «Continuava a voler guardare i disegni», spiega la mamma. «È lui lo zio?», chiedeva a proposito di Zio Sbadiglio, un personaggio simile a un mago. «Assomiglia a Babbo Natale». La bambina non sembrava capire – o non voleva dare ascolto – alla parte del libro che le chiedeva di «rilassare i piedi e rilassare le gambe». Quando madre e figlia sono arrivate alla fine, dopo tutto quel «così stanco, così stanco» e «davvero molto stanco ora», la bambina ha detto «mamma, non sono affatto stanca». E così la mamma ha risposto: «è il momento di andare a dormire: che tu non sia stanca è irrilevante».

© Washington Post 2015