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  • Lunedì 30 marzo 2015

Nel Regno Unito è stato sciolto il Parlamento

E quindi è iniziata ufficialmente la campagna elettorale in vista del voto del 7 maggio: cosa dicono i sondaggi, cosa stanno facendo – e dicendo – i principali partiti

di Arianna Cavallo – @ariannacavallo

LONDON, ENGLAND - MARCH 30: Colonel Geoffrey Godbold reads the proclamation for the dissolution of the present Parliament on the steps of the Royal Exchange on March 30, 2015 in London, England. Colonel Geoffrey Godbold, the common crier and Serjeant-at-Arms for the City of London, traditionally reads the writ to his people ahead of other London boroughs after recieving it, signed by HM the Queen. (Photo by Dan Kitwood/Getty Images)
LONDON, ENGLAND - MARCH 30: Colonel Geoffrey Godbold reads the proclamation for the dissolution of the present Parliament on the steps of the Royal Exchange on March 30, 2015 in London, England. Colonel Geoffrey Godbold, the common crier and Serjeant-at-Arms for the City of London, traditionally reads the writ to his people ahead of other London boroughs after recieving it, signed by HM the Queen. (Photo by Dan Kitwood/Getty Images)

Oggi in Regno Unito è stato sciolto il Parlamento, in vista delle elezioni politiche che si terranno il 7 maggio: quindi è iniziata ufficialmente la campagna elettorale.

È la prima volta che la Camera dei deputati viene dissolta automaticamente, come previsto dal Fixed-term Parliaments Act, una legge approvata nel settembre del 2011; in precedenza era il primo ministro che sceglieva quando farlo, comunicando la decisione alla regina; ora la legge stabilisce che le elezioni si tengano ogni cinque anni il primo giovedì di maggio e che il parlamento venga sciolto automaticamente 25 giorni lavorativi prima del voto (mancano in tutto 38 giorni). Si può anche andare a elezioni anticipate, se due terzi del Parlamento votano a favore di questa scelta o se il governo non ottiene la fiducia della Camera. Non c’è un motivo preciso per cui è stato scelto il giovedì come giorno in cui votare, a parte la forza della consuetudine: l’ultima volta che in Regno Unito non si è votato di giovedì è stato il 27 ottobre del 1931 ed era martedì. Lo scioglimento del Parlamento significa che da oggi in Regno Unito nessuno occuperà formalmente la carica di parlamentare, fino a quando verranno eletti i nuovi. Il governo resterà invece in carica fino a quando sarà sostituito da quello nuovo.

Anche se non era formalmente necessario, il primo ministro David Cameron è andato a Buckingham Palace a comunicare ufficialmente alla regina lo scioglimento della Camera, e ne ha approfittato – scrive il Guardian – per tenere un breve discorso davanti al numero 10 di Downing Street (la residenza ufficiale del primo ministro) in cui ha detto che se dovesse vincere il laburista Ed Miliband, riporterà il Regno Unito nel «caos economico» e alzerà le tasse di 3.000 sterline (oltre 4.000 euro) per ogni famiglia (l’accusa è stata però smontata dallo Institute for Fiscal Studies, che analizza e spiega le politiche economiche in Regno Unito). Dopo Cameron, la Regina ha ricevuto anche il vice primo ministro Nick Clegg, leader dei Liberaldemocratici e al governo con Cameron.

Sempre oggi Ed Miliband ha presentato in un discorso il programma finanziario del Labour; Nigel Farage invece ha annunciato i cinque obiettivi dello UKIP, il partito xenofobo e di destra di cui è leader. Anche gli altri partiti hanno dato inizio ufficiale alle rispettive campagne elettorali: le loro promesse e proposte sono schematicamente riassunte e confrontate sul sito della BBC.

Cosa dicono gli ultimi sondaggi
Secondo gli ultimi sondaggi i Laburisti e i Conservatori sono quasi alla pari. L’Economist assegna a entrambi il 34 per cento dei voti, mentre per la società di sondaggi ComRes i Conservatori sono al 36 per cento e i Laburisti al 32 per cento. Per il Guardian i Conservatori sono in leggero vantaggio e otterrebbero alla fine 277 seggi, contro i 269 dei Laburisti; lo Scottish National Party (il partito indipendentista scozzese, SNP) ne otterrebbe 53, i LibDem 25, lo UKIP 4, e i Verdi 1. I seggi della Camera dei Comuni sono in tutto 650; stando alle previsioni nessun partito sarà in grado di ottenere i 326 voti necessari per andare al governo e sarà quindi necessario formare una coalizione.

Un’alleanza tra Labour e SNP arriverebbe al momento a 322 seggi e secondo gli esperti dovrebbe ottenere la fiducia del Parlamento: ma Miliband ha sempre detto che il Labour non si alleerà con lo SNP (che vuole l’indipendenza della Scozia, al contrario del Labour, e ha posizioni più di sinistra). L’attuale coalizione al governo, formata da Conservatori e Libdem, si fermerebbe invece a 302 seggi; si potrebbero aggiungere quelli dello UKIP e arrivare così a 306, ma probabilmente UKIP e Libdem si escludono a vicenda. I sondaggi, per quanto generalmente più affidabili di quelli italiani, vanno comunque presi con cautela: sabato sera i laburisti avevano festeggiato un sondaggio di YouGov che li dava in vantaggio di quattro punti, probabilmente grazie alla buona prestazione di Miliband in tv, ma poche ore dopo quel sondaggio era stato ribaltato da una proiezione di ComRes, che dava i Conservatori al 36 per cento e il Labour al 32.

Come e quando si vota
In Regno Unito i deputati della Camera sono eletti con il sistema maggioritario uninominale, detto anche “first-past-the-post”. Il Regno Unito è diviso in 650 collegi uninominali, uno per ogni seggio; ogni distretto elegge un solo candidato, quello che ha ottenuto più voti. Possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni e che non hanno perso i diritti politici. Per votare è necessario iscriversi al registro elettorale; per le elezioni di maggio bisogna farlo entro il 20 aprile. Il termine ultimo per candidarsi alla Camera, ricandidarsi o ritirarsi è invece il 9 aprile. Oltre che di persona, è possibile votare anche per posta o delegare qualcuno a farlo: basta chiederlo, rispettivamente entro il 21 e il 28 aprile.

Si voterà giovedì 7 maggio, dalle 7 alle 22 e il conteggio dei voti inizierà dopo la chiusura delle urne. Il nuovo parlamento sarà convocato lunedì 18 maggio: verrà eletto un nuovo speaker e poi inizieranno le cerimonie di giuramento dei nuovi membri, fino al governo e al primo ministro. I lavori parlamentari inizieranno ufficialmente il 27 maggio, e saranno inaugurati da un discorso della regina Elisabetta II.

I prossimi dibattiti in tv
Giovedì scorso si è svolto il primo importante evento di campagna elettorale in tv, con Cameron e Miliband che hanno risposto a turno – alternandosi nello studio – alle domande del pubblico e del famoso giornalista di BBC Jeremy Paxman. Il dibattito vero e proprio si terrà giovedì 2 aprile dalle 20 alle 22 (dalle 21 alle 23 in Italia) e sarà trasmesso in diretta da ITV. Parteciperanno gli esponenti dei sette principali partiti britannici: oltre a Cameron e Miliband, ci saranno infatti Nicola Sturgeon dell’SNP, Clegg, Farage, Natalie Bennett dei Verdi e Leanne Wood di Plaid Cymru, il partito indipendentista del Galles.

Giovedì 16 aprile BBC trasmetterà un altro dibattito a cui parteciperanno gli stessi politici del precedente confronto tranne David Cameron e Nick Clegg. Infine giovedì 30 aprile il giornalista David Dimbleby condurrà una puntata speciale del suo programma Question Time in cui Cameron, Miliband e Clegg risponderanno alle domande del pubblico, comparendo separatamente nel programma. Salvo cambi di programma, quindi, non ci sarà un dibattito televisivo all’americana tra Cameron, Miliband e Clegg.

Altre cose successe oggi
Oltre al discorso di Cameron e a quello di Miliband, la principale polemica di oggi è legata a una tazza del Labour con uno slogan che promette di controllare l’immigrazione, accusato di essere razzista e contrario ai valori della sinistra.

 

I Verdi hanno risposto con una tazza – verde – che ha per slogan “Difendo gli immigrati”. Nel frattempo è uscito uno spot del Labour in cui l’attore Martin Freeman, famoso per la trilogia dello Hobbit e per le serie tv Fargo, Sherlock e The Office, invita a votare per il partito. La voce fuori campo è quella di David Tennant, l’attore scozzese che ha interpretato Doctor Who.

Foto: il colonnello Geoffrey Godbold legge il proclama di scioglimento del Parlamento, Londra, 20 marzo 2015. Dan Kitwood/Getty Images)