Il testo base sulle unioni civili

Il disegno di legge ha appena fatto il primo passo in Senato: riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso, prevede l'adozione solo in un caso, riguarda anche le coppie di fatto

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 28-01-2015 Cronaca - Roma - Approvazione del registro delle unioni civili. Nella foto
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 28-01-2015 Politics - Rome - Approval of the civil unions registry. In the pic
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 28-01-2015 Cronaca - Roma - Approvazione del registro delle unioni civili. Nella foto Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 28-01-2015 Politics - Rome - Approval of the civil unions registry. In the pic

La commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo base che regolamenta la convivenza e le unioni civili tra persone dello stesso sesso. In commissione ci sono stati 14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto. Hanno votato sì il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e il PSI; hanno votato no il Nuovo Centro Destra (al governo con il PD), la Lega e Forza Italia. Il senatore che si è astenuto è Ciro Falanga, di Forza Italia. La relatrice del provvedimento (che è la sintesi di circa nove disegni di legge) è Monica Cirinnà del Partito Democratico. L’iter per la trasformazione in legge del testo non sarà semplice, e non solo per il voto contrario di NCD: anche dentro il PD ci sono 35 senatori che hanno annunciato che chiederanno dei cambiamenti.

Cosa dice il testo
Il testo è composto da 19 articoli riuniti in due titoli: il primo si occupa di unioni civili, il secondo disciplina la convivenza.

All’articolo 1 si stabilisce che due persone dello stesso sesso possono costituire un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. Potrà essere scelto uno dei due cognomi o potranno essere adottati entrambi. Il testo dice dunque che presso gli uffici dello stato civile di ogni comune italiano deve essere istituito il registro delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. I matrimoni contratti all’estero, e i matrimoni nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili.

Rimangono precluse le adozioni – una coppia omosessuale non potrà adottare un bambino “terzo”, senza legame con uno dei due partner, come possono fare le coppie eterosessuali – ma viene estesa alle unioni civili tra persone dello stesso sesso la cosiddetta Stepchild Adoption, cioè l’adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due. «All’articolo 44 lettera b) della legge 4 maggio 1983, n. 184 dopo la parola “coniuge” sono inserite le parole “o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”». L’articolo 44 lettera b) della legge numero 184 dice: «I minori possono essere adottati dal coniuge nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell’altro coniuge».

Per quanto riguarda il regime giuridico nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso, e cioè i rispettivi diritti e doveri, residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione, si applicano gli articoli del codice civile relativi al matrimonio: stessi diritti e stessi doveri. Le disposizioni del codice civile che contengono le parole «coniuge», «coniugi», «marito» e «moglie», si applicheranno anche alla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso. Nell’unione civile tra persone dello stesso sesso sono riconosciuti alla coppia i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate.

Il testo riconosce alcuni diritti e tutele di base anche alle coppie conviventi, cioè alle coppie omosessuali che non vogliono essere registrate come unione civile o alle coppie eterosessuali che non si vogliono sposare: le tutele riguardano l’assistenza in ospedale, il diritto di successione nell’affitto di una casa, il mantenimento temporaneo dell’ex partner in difficoltà e la possibilità di fare «un accordo con cui i conviventi di fatto disciplinano i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune e fissano la comune residenza». L’accordo deve essere fatto di fronte a un notaio.

Reazioni
La relatrice del provvedimento Monica Cirinnà ha detto di essere soddisfatta dal primo voto in commissione. Maurizio Gasparri di Forza Italia, vicepresidente del Senato, teme «l’obbligo di dover partecipare al Gay Pride». Sergio Lo Giudice del PD ha parlato di un «passo storico»; Luigi Zanda, capogruppo del Partito Democratico al Senato, ha parlato di un «buon punto di partenza». Il gruppo di 35 senatori del PD che invece ha preso le distanze dal testo ne ha spiegato il motivo tramite Stefano Lepri: «Quello che non ci convince è l’equiparazione così netta tra le unioni civili omosessuali al matrimonio, distaccandosi proprio da quel modello tedesco a cui diciamo di ispirarci. Ma il punto più controverso è la stepchild adoption. Siamo sicuri di fare veramente il bene del minore, scrivendo sul suo stato di famiglia “figlio di due madri o di due padri”? Non sarebbe meglio, ed è quello che proporremo, pensare a un affido per il genitore non biologico? Per trovare un punto di equilibrio dovremo lavorare ancora».